
Decalogo al museo
Fino a qualche anno fa nessuno avrebbe sentito il bisogno di stilare una sorta di galateo per visitare i musei. Chiunque seguiva le regole non scritte di rispetto per il luogo e per le opere. Poi però il turismo è diventato iperturismo e si sono allungate le code al botteghino e di fronte alle opere più importanti. La febbre dei social media ha fatto il resto, e il museo è diventato lo sfondo per selfie e meme o per fotografi seriali, che immortalano ogni tela, senza contemplarne neanche una. Strappo alla regola chiama strappo alla regola, fino a mettere a repentaglio la sicurezza delle opere d’arte.
Gli ultimi fatti di «cronaca al museo», dimostrano i risultati di questa deriva: a Palazzo Maffei a Verona due turisti hanno danneggiato la sedia di Van Gogh, realizzata da Nicola Bolla, e solo qualche giorno dopo, agli Uffizi di Firenze, un turista è atterrato su un settecentesco dipinto di Anton Domenico Gabbiani nell’intento di farsi un selfie.
Il dilagare della maleducazione al museo ha portato Libreriamo, il media digitale dedicato ai consumatori di cultura, a raccogliere le opinioni e i consigli dei direttori dei grandi musei Italiani per ribadire l’importanza di tenere alcuni comportamenti sia per rispettare le opere e gli altri visitatori, sia per concedersi un’esperienza davvero significativa. Ne è uscito un decalogo dell’ovvio, che però a quanto pare ovvio non è. Eccolo:
- Non portare borse troppo piene, perché spesso le opere sono collocate in luoghi stretti.
- Evitare di parlare ad alta voce
- Non consumare cibi e bevande e non fumare
- Non rispondere al cellulare
- Non sostare troppo di fronte a un’opera d’arte
- Non fotografare ogni opera
- Non utilizzare il flash
- Non utilizzare i bastoni dei selfie
- Prestare attenzione a dove si cammina
- Non toccare le opere
- Non appoggiarsi alle pareti, anche se sono libere
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