Sant'Antonio parla giapponese
Dal Giappone a Padova per amore di sant'Antonio. È l'esperienza di Antonia Nanako Tezuka, che sta traducendo i Sermoni di sant'Antonio dal latino in giapponese.
Benvenuta in Italia! Qual è la sua attività in Giappone?
Sono professoressa associata presso l'Università Meijigakuin di Tokyo. Insegno Storia e cultura del cristianesimo. Ho un interesse particolare per i Padri della chiesa e sant'Antonio, che trasmetto in tanti articoli e conferenze. Sono membro attivo dell'Ordine francescano secolare.
Come ha incontrato sant'Antonio?
L'ho incontrato la prima volta attraverso una sua bellissima statua. Teneva affettuosamente Gesù in braccio. È stata un'esperienza mistica. Da allora ho cominciato a pregarlo e a leggere libri su di lui.
Cosa la attira della sua figura?
Il suo cuore purissimo. La forza e la coerenza della sua parola e della sua opera. Personalmente, lo sento vicino, mi aiuta sempre. Per me la persona che incontro nella preghiera è lo stesso Antonio che trovo nei Sermoni.
Com'è nata l'idea di tradurre i Sermoni in giapponese?
Ho cominciato a tradurli per me, per riceverne nutrimento spirituale. Volevo sapere di più sul suo pensiero e sui suoi sentimenti, leggendo i Sermoni in lingua originale. Sono straordinari. Poi ho constatato che in Giappone san Francesco è molto conosciuto, mentre sant'Antonio lo è molto meno. Allora, ho iniziato a pubblicare le traduzioni sulla rivista scientifica dell'Università . Fino a oggi ho tradotto e pubblicato dodici sermoni e il prologo.
Cosa ha scoperto in questo lavoro di traduzione?
La gioia del cammino con Cristo e la felice vita con Dio. Poi la tradizione cristiana dell'Europa, la teologia monastica e il francescanesimo.
Quali difficoltà ha incontrato e come le ha superate?
Nessuna. Per me tradurre i Sermoni antoniani è molto interessante e divertente. Ho un dottorato di ricerca, grazie a uno studio su san Gregorio di Nissa, un Padre della chiesa. Nutro un interesse particolare per l'interpretazione spirituale della Bibbia dei Padri della chiesa e l'interpretazione antoniana nei Sermoni segue questa tradizione. Sant'Antonio non è stato solo un francescano, ma anche un canonico regolare. Quindi un uomo di grande cultura.
In che modo sant'Antonio può arricchire la spiritualità giapponese?
I Sermoni antoniani sono uno scrigno di spiritualità . In essi, i tesori della tradizione cristiana sono ripensati: la centralità della figura di Cristo e il ritorno a Dio attraverso di Lui sono i temi dominanti. I giapponesi hanno bisogno di questa spiritualità .
Quando traduce di solito e quando sarà pronta la traduzione?
Appena alzata, ogni mattina. La rivista scientifica pubblica le mie traduzioni dei Sermoni due o tre volte l'anno. Vorrei finire di tradurli al più presto per raccoglierli in un libro.
Cosa si porterà in Giappone di quest'esperienza di studio e di vita?
Sono qui per studiare sant'Antonio su richiesta dell'Università Meijigakuin. Starò qui un anno ma già mi trovo a mio agio. In Italia la tradizione cristiana è molto forte. Tanti i libri e gli articoli di grande interesse su sant'Antonio. E poi c'è la basilica. Ogni giorno ci vado, partecipo alla messa e tocco la tomba del Santo. Vorrei portare in Giappone i tantissimi beni spirituali che qui sto scoprendo.
Calendario Antoniano 2005. Il rigore formale di Silvano Vecchiato
di Piero Lazzarin
Il calendario 2005 è un ennesimo capitolo nella storia dell'illustrazione pittorica della figura del Santo e del fenomeno antoniano. Il racconto è affidato al pennello dell'artista vicentino Silvano Vecchiato. Pittore d'altri tempi, Vecchiato ama raffigurare l'uomo e la natura con assoluta fedeltà alle loro forme: una rigorosa, calligrafica, trasposizione sulla tela di ciò che vede, come lo vede, illuminato dalla luce e dai colori che hanno i timbri dei suoi sentimenti.
E ciò non per un'adesione stilistica a una corrente o a una moda, ma come espressione visiva di una sua visione dell'uomo. Dipingere l'uomo con rigorosa fedeltà formale o frantumarlo e dissolverlo nell'astrattezza o nel caos di linee senza forma, non è per lui un atto privo di conseguenze. La crisi della società attuale - egli sostiene - ha inizio, o è comunque significata, proprio dalla frantumazione della figura umana nella pittura, dove l'uomo stesso viene vanificato nella materia, privato di valore e impoverito di valori, reso ingranaggio di un sistema che non ha più Dio come riferimento e come fine, ma altre cose, vissute in una concretezza senza orizzonti.
Che cosa racconta allora Vecchiato? Sant'Antonio: quello che è stato e come viene vissuto nella pietà popolare. Racconta l'uomo, di ieri e di oggi, che nei momenti di difficoltà cerca e trova in sant'Antonio un protettore, una luce, una speranza.
Antonio è il santo che il mondo ama perché è stato liberatore di prigionieri, speranza degli infermi, amico dei poveri, maestro di teologia, cantore della Vergine Maria, predicatore della Parola di Dio, santo dei miracoli, operatore di pace, apostolo di perdono, flagello dei vizi, consolatore degli afflitti e dottore. Che sono poi i titoli di altrettante tavole che, arricchite da brani tratti dai Sermoni, di mese in mese ispireranno la nostra riflessione e stimoleranno la nostra devozione e il nostro impegno.
APPUNTAMENTI: Preghiamo per tutti i defunti
2 novembre: alle ore 11, la tradizionale messa in basilica a suffragio di tutti i defunti della famiglia antoniana. Chi lo desidera, può mandare i nomi dei propri cari defunti. Saranno deposti ai piedi dell'altare maggiore durante la celebrazione della messa. La giornata del due novembre è anche l'occasione per pregare per tutte le persone che stanno ancora soffrendo per la perdita dei propri cari e per tutti i defunti che nessuno più ricorda. Tra i morti di quest'anno, ricordiamo, in modo particolare, tutte le vittime del terrorismo.
25 novembre: alle ore 21, in basilica, sarà assegnato il Premio internazionale sant'Antonio .