Suor Lucia, la Veggente di Fatima
Non sorprende la data della morte di Maria dos Santos, meglio nota come suor Maria Lucia de Jesus, la veggente di Fatima, mancata il 13 febbraio scorso. A partire da quella data del lontanissimo 13 maggio 1917, il giorno 13 aveva costituito un appuntamento ricorrente nella sua vita. Fino a segnarla per tutto il lungo arco di tempo in cui ha vissuto, testimone di un'esperienza unica, chiamata a giudicare un secolo breve ma carico di inaudita violenza. Pochi giorni addietro, il 10 febbraio, le cronache avevano parlato di lei spettatrice, nella vellutata quiete del Carmelo di Coimbra, del film di Mel Gibson, La Passione.
Il suo nome è legato a Fatima, sperduto villaggio nel cuore di un Portogallo povero, dove la Vergine volle farsi presente a tre piccoli pastori il 13 maggio 1917. Una serie di apparizioni che, con scadenza mensile, si susseguirono fino al 13 ottobre dello stesso anno, conclusesi con il fenomeno del roteare del sole davanti a una folla attonita di circa cinquantamila persone: tante erano accorse nel luogo delle apparizioni, nonostante il boicottaggio delle autorità .
Fatima non ha forse il fascino di Lourdes, ma è diventata, grazie anche a una sapiente regia organizzativa e spirituale, un luogo di intensa preghiera che identifica, in modo sorprendente per chi non è portoghese, soprattutto la devozione popolare portoghese. Ma oltre il significato di quanto avvenuto in quel lontano 1917, suor Lucia è diventata il segno di una particolare storia che ora si è chiusa.
Con lei, piccola donna, quasi illetterata, che ha consumato la vita nello spazio della clausura carmelitana, si sono confrontate le più alte personalità della Chiesa; a lei e all'esperienza del messaggio ricevuto si sono rapportati molti movimenti religiosi e spirituali del Novecento. Nell'apparizione del 13 giugno la bellissima Signora aveva predetto che i due fratelli, Francesco e Giacinta, sarebbero morti presto, mentre lei, la cugina, sarebbe rimasta più a lungo, testimone delle rivelazioni loro fatte. Suor Lucia ha attraversato il secolo delle due devastanti guerre mondiali, della violenza ideologica, dei martiri della fede, che sono stati più numerosi di ogni altro secolo, come ha ben documentato Andrea Riccardi in un suo libro. È stata la depositaria dei tre segreti, il terzo dei quali è stato rivelato nel 2000 per decisione di Giovanni Paolo II.
Sorprendente il legame che questo Papa ha voluto vedere tra la sua vicenda personale - soprattutto dopo l'attentato di Alì Agca, il 13 maggio 1982, anniversario delle apparizioni di Fatima -, e il contenuto di quel segreto: E vedemmo [...] un uomo vescovo vestito di bianco. Nella corona, che cinge il capo della Madonna di Fatima, ha voluto incastonare come ex voto la pallottola che gli era stata estratta. Ma un segno di qualcosa di più segreto sembra vivere negli occhi spesso socchiusi di questo Papa venuto dall'Est, dalle terre dei martiri. Suor Lucia, donna, dal carattere brusco, è stata segno del paradosso evangelico espresso nella preghiera di Gesù: Ti ringrazio, Padre, perché queste cose le hai rivelate ai piccoli e ai poveri. Sant'Antonio parafrasa questa espressione dicendo che è solo ai piccoli e semplici che viene data la capacità di comprendere il Vangelo.
Quando le reliquie di sant'Antonio ritornarono a casa nel suo Portogallo, nel gennaio 1995, andarono anche nel monastero di Santa Teresa di Coimbra e suor Lucia volle venerarle. Il monastero sorge proprio nel territorio della parrocchia di Santo Antonio dos Olivais, luogo in cui Fernando si fece francescano scegliendo il nome di Antonio. Niente viene a caso, possiamo dire, cogliendo un filo che conduce la nostra vita. Con un cordiale augurio di buona Pasqua a tutti.