In disparte per riposarsi un po'
«Venite in disparte e riposatevi un po'». Sono le parole che nel Vangelo Gesù rivolge ai discepoli reduci dalle fatiche della missione. La citazione ci pare la cornice più opportuna al nostro colloquio mensile, che prende il via con l'editoriale e che si snoda lungo le pagine della rivista presentando fatti e problemi che in questo momento polarizzano l'attenzione e che noi cerchiamo di leggere e interpretare alla luce del Vangelo e della dottrina della Chiesa. In questo lavoro, nostro e vostro, il riposo diviene una necessità del corpo e dello spirito.
Non è stata solo la psicologia ma anche altre scienze a riscoprire con particolare attenzione la stretta connessione tra queste due componenti dell'esperienza umana. Un corpo sfiancato dallo stress e da ritmi di vita che chiedono altri ritmi; una mente non meno affaticata e sottoposta anch'essa a ritmi che ne mettono in moto altri senza pause: per ambedue intravedere percorsi e possibilità diverse rappresenta una via d'uscita dal trambusto trafelato cui la quotidianità ci obbliga
Vacanza, allora, come un andare in disparte dalla quotidianità per vivere e assaporare altre dimensioni. E sono i tempi rallentati, gli orari annullati che consentono di assaporare il gusto di un periodo non incalzato, inseguito dall'inesorabile incedere delle lancette dell'orologio; tempi che ti aprono alla gratuità della condivisione, dell'amicizia; sono occhi per vedere in modo diverso persone, cose, spazi finalmente guardati e vissuti. E perché no?, Le vacanze sono anche un tempo, un'occasione per ascoltare e gustare suoni diversi, per spingersi a sentire persino la voce del silenzio, dimensione sinfonica dello spirito.Poesia? Può darsi. Non mi nascondo, infatti, che dietro queste belle parole si cela un desiderio che spesso si scontra con la realtà assai poco poetica. Ed è la realtà delle autostrade intasate, delle chilometriche code provocate dalle partenze intelligenti, o delle spiagge più o meno di moda affogate da ombrelloni così fitti da far rimpiangere le piazze delle città assai meno gremite; spiagge così diverse dalle coste rocciose e solitarie - che pure esistono tra le nostre bellezze naturali - ma non frequentate appunto perché solitarie, prive cioè di quei riti vacanzieri fatti della vociante confusione che si vorrebbe evitare ma che poi ognuno finisce con lo scegliere perché gli fa paura la voce del silenzio, il richiamo all'interiorità , alla riflessione sulla propria vita, sul senso di ciò che si sta vivendo: una specie di rendiconto salutare per mettere ordine in se stessi e affrontare il rientro con maggiore serenità , con le idee più chiare e con rinnovato slancio.
Ma c'è anche un'altra realtà , che non mi nascondo, più prosastica ed è data dalle difficoltà economiche che molte famiglie stanno vivendo e che rendono difficile se non impossibile spazi diversi; e altre difficoltà legate all'età e agli acciacchi che essa produce o provocate dalla malattia, dalla solitudine... Conosco la delicatezza del tema e il pudore con cui va trattato. Oso solo evidenziare che, forse, questo non impedisce comunque quel venite in disparte per ricomprendersi e per unificare i frantumi della vita! Un augurio perché questo, nonostante tutto, possa realizzarsi anche per chi ha maggiori difficoltà .
Vi lasciamo questo numero della nostra rivista che vi accompagnerà per due mesi: nonostante il clima vacanziero, ci siamo impegnati in alcuni temi importanti, tra i quali spicca quello sull'Africa, un Continente che senza un aiuto concreto di tutti i Paesi più fortunati, senza un grande progetto, che sembra stia finalmente prendendo piede, rischia di andare alla deriva. Questo per non mandare in vacanza le preoccupazioni di un mondo assillato da problemi molto diversi da quello dell'andare in ferie.