01 Febbraio 2007 | di
La nascita. Esce a Padova, il primo gennaio 1898, edito dai francescani conventuali, il Messaggero di S. Antonio, formato 16 per 24 centimetri, 24 pagine, ufficialmente diretto da un laico, Giuseppe Bruniera (in ossequio alle leggi del Regno che avevano soppresso gli ordini religiosi), direttore effettivo padre Alessandro Radovanovich, stampato in 600 copie dalla tipografia P. Prosperini di Padova.
     
Il programma. Voluto come "frutto" del settimo centenario della nascita di sant'Antonio (1895), il bollettino si propone di essere portavoce del pensiero del Santo, di sollecitare la solidarietà verso i poveri e di difendere gli interessi della Chiesa. Un periodico schierato dalla parte dei meno abbienti con gesti di solidarietà immediati (Il pane dei poveri), ma anche in difesa dei loro diritti. Una dichiarazione di intenti alla quale il Messaggiero non verrà mai meno. Un curiosità: già dai primi numeri compare la pubblicità. Il bollettino ha subito successo: le 600 copie iniziali l'anno successivo lievitano fino alle quattromila. La forte devozione a sant'Antonio, il linguaggio semplice, la solidità dei temi trattati ne fanno uno strumento valido e piacevole di formazione religiosa. Anche il numero delle pagine aumenta da 24 a 32.  
     
La Grande Guerra. Il Messaggiero passa indenne la buriana del primo conflitto mondiale, con qualche inevitabile sacrificio (minor numero di pagine). Il ricorso al Santo per i congiunti in guerra (le cui vicende il bollettino riporta in quantità) fa salire il numero degli abbonamenti.  
     
Tra le due guerre. Sull'iniziale copione a forti tinte devozionali, in questa fase (ventennio fascista) un insolito innesto: la pubblicazione a puntate di romanzi popolari a carattere storico e biografico, autentici drammoni discretamente narrati che piacciono ai lettori. Il bollettino, che ha già raggiunto le 300 mila copie, è per molti la sola occasione di lettura e finisce con lo svolgere anche un ruolo culturale, salvando molti dall'analfabetismo di ritorno. Nel 1931, il Messaggiero di S. Antonio perde la "i" e diventa Messaggero di S. Antonio.  
     
La seconda guerra mondiale. I disagi della guerra si fanno sentire duramente anche sul bollettino. Diminuisce drasticamente il numero delle pagine: nel 1942 solo otto; e dirada la periodicità: nel 1944 escono solo cinque numeri e quattro nel 1945. Il dramma della guerra è vissuto attraverso le lettere e le richieste di grazia e protezione al Santo. L'invocazione alla pace è costante.  
     
La ripresa. Finita la guerra, il Messaggero riprende a fatica: solo sei numeri fino al 1947. Però, potendo contare su un numero di associati incredibilmente cresciuto, 700 mila, i religiosi che lo dirigono cominciano a pensare a un suo rilancio, che avviene progressivamente, sulla spinta di grandi avvenimenti come il Concilio. Il cambiamento è sostenuto da novità tecniche: viene acquistata un rotocalco "Cerutti", che consente un formato diverso, più pagine (si arriva alle cinquanta) e l'utilizzo del colore. Nascono in questo periodo l'edizione per gli italiani all'estero e le altre edizioni straniere: francese, tedesco, inglese, spagnolo e portoghese.  
     
Il rilancio. I tempi sono maturi per una svolta più consistente e decisiva allo scadere degli Anni Sessanta. Soffia il vento della contestazione; la società, spinta dalle incessanti innovazione tecnologiche, cambia rapidamente. Il Messaggero non vuole stare a ruota. Da bollettino si trasforma in moderna rivista. Senza perdere l'iniziale ispirazione antoniana, amplia i settori di interesse entrando nella vita della gente e nei suoi molteplici problemi (religiosi, sociali, umani). Affronta i più disparati problemi e aiuta a leggere i fatti alla luce vivida del Vangelo e del Magistero della Chiesa e ad ancorare le sempre più rapide trasformazioni alle eterne verità della Parola di Dio.

L'interesse per i poveri non cessa, anzi acquista vigore e razionalità tramite i numerosi progetti di solidarietà con i "dannati della Terra", che il Messaggero, tramite i suoi lettori, lancia e sostiene.

Nella rivista, rinnovata anche nella veste grafica e con una più abbondante foliazione (si raggiungono anche le 116 pagine) si alternano firme note del giornalismo italiano e di persone importanti, come il cardinale Albino Luciani, diventati poi Papa Giovanni Paolo I.

Il processo di rinnovamento di contenuti e grafica continua, implementando anche le nuove tecnologie di rete. Internet diventa la nuova frontiera per il Messaggero di sant'Antonio.






Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017