Quel lavoro nascosto ma così prezioso
Msa. Signor Bettin, da quando vi occupate dell’organizzazione della processione di sant’Antonio?
Bettin. Tutto è cominciato nel 1984 da un’idea di fra Claudio Gottardello, al quale un primo gruppo di amici ha offerto la propria disponibilità a collaborare per il buon andamento della processione.
Chi sono questi «Amici di sant’Antonio»?
Anzitutto sono degli entusiasti del Santo. Amano sant’Antonio e si danno da fare perché la sua festa riesca bene. Il gruppo è costituito prevalentemente da pensionati: una trentina di vere e proprie «pantere grigie», piene di voglia di vivere e di partecipare, nonostante l’età e i problemi connessi. Ci teniamo in collegamento durante tutto l’anno, e l’amicizia col Santo, che coinvolge anche le nostre famiglie, si esprime in momenti di preghiera e di convivialità, che organizziamo soprattutto durante il mese di giugno.
Com’è strutturato il lavoro del gruppo?
Cominciamo in aprile, quando io mando una lettera di convocazione a ciascuno dei membri, ricordando l’impegno per la processione e stabilendo gli orari della giornata (ora del ritrovo, del posizionamento delle macchine, delle prove tecniche necessarie). Da due anni la processione è tornata a snodarsi lungo il vecchio percorso. Il nostro compito principale è di assicurare la diffusione uniforme della «guida vocale» che, dalla Basilica, coordina la preghiera e i canti dei devoti, accompagnati durante il percorso da alcune bande musicali. Ben ventidue autovetture sono dislocate lungo le vie cittadine attraversate dalla processione: su ognuna di esse è fissato un impianto di amplificazione della voce. Seguendo una mappa oramai collaudata da anni, il conducente parcheggia davanti al numero civico assegnatogli, creando con gli altri una «catena» di amplificazione pressoché uniforme. La processione in questo modo risulta costantemente immersa nella voce che proviene dalla Basilica, una voce che guida la preghiera corale dei partecipanti. Questo «lavoro», che va curato nei dettagli, inizia fin dalle 9 del mattino del 13 giugno e termina solo in tarda serata. Una fatica sempre premiata, finora, dalla buona riuscita della processione.
E dopo la festa, che cosa succede?
Verso la fine del mese di giugno ci riuniamo tutti con le nostre famiglie pressoché al completo: bambini, adulti e anziani. Questo incontro è caratterizzato da momenti di gioia intensa e anche di profonda nostalgia per quanti non ci sono più: ricordiamo infatti nella preghiera tutti gli «Amici di sant’Antonio» che hanno già raggiunto il Santo nella Casa del Padre. È un momento molto intenso. La nostra è una comunità «allargata» anche in questo senso.
Zoom. 13 giugno al Santo
Il 13 giugno, festa di sant’Antonio, la Basilica resterà aperta dalle ore 5.30 alle ore 22.30.
Le sante Messe seguiranno il seguente orario:
6.00 – 7.00 – 8.00 – 9.00 – 10.00 – 11.00 – 12.15 – 17.00 – 19.00 – 21.00
Ore 10.00: santa Messa per i collaboratori e gli associati al «Messaggero di sant’Antonio». Presiede padre Danilo Salezze, direttore generale del «Messaggero di sant’Antonio».
Ore 11.00: santa Messa solenne. Presiede il vescovo di Padova, S. E. monsignor Antonio Mattiazzo; concelebrano i sacerdoti della città.
Ore 16.00: Vespri solenni e Tredicina a sant’Antonio. Presiede padre Enzo Poiana, rettore della Basilica.
Ore 17.00: santa Messa solenne. Presiede padre Gianni Cappelletto, Ministro della provincia padovana dei frati minori conventuali. A seguire, processione per le vie di Padova, quindi saluto del Ministro provinciale e del Sindaco della città. Al termine, benedizione con la Reliquia del Santo.
Brevi. Sant’Antonio a «Le ragioni della speranza»
Sabato 13 giugno, alle 17.30 su Raiuno, nel corso di A Sua immagine - Le ragioni della speranza, il programma animato da padre Raniero Cantalamessa, si parlerà anche del nostro caro Santo. La puntata sarà incentrata, come al solito, sul vangelo della domenica immediatamente successiva, che quest’anno coincide con la celebrazione del Corpus Domini.
Padre Raniero ci ha anticipato parte dei contenuti della puntata, che richiamano proprio uno dei Sermoni del Santo: «Apparentemente sant’Antonio non sembra aver detto molto sul sacramento dell’Eucaristia. In realtà ne mette in luce un aspetto essenziale: l’amore per i poveri. Un aspetto talmente importante che anche l’evangelista Giovanni lo sottolinea, scegliendo di inserire nel suo Vangelo l’episodio della lavanda dei piedi piuttosto che quello dell’istituzione dell’Eucaristia. Sant’Antonio pone in evidenza molto bene questo aspetto.
In quest’ottica, quindi, nel corso della puntata del 13 giugno ho voluto sottolineare la lotta del Santo contro l’usura, che rappresenta proprio un importante richiamo all’impegno sociale per i poveri».