I bambini delle discariche tornano a scuola
Il problema della scuola fu un fulmine a ciel sereno, come ricorda Genny Carraro, italiana, operatrice in Europa per il Crf, caso raro di non vedente responsabile di una struttura umanitaria: «Già era difficile sostenere economicamente i programmi, quando ci dissero che non potevamo più usare gratuitamente i locali dove facevamo abitualmente lezione ci cadde il mondo addosso». Fu Genny a contattare Caritas Antoniana e, qualche tempo dopo, a guidare di persona padre Danilo Salezze, direttore generale del «Messaggero di sant’Antonio», tra le palafitte e nei cimiteri dove vivono gli scavenger, «i suoi bambini» come lei li chiama. «Sono tornato turbato, ferito – raccontava all’epoca padre Danilo –. Nel mio cuore c’era il grido delle madri di Manila: “Date una scuola ai nostri figli, senza scuola non c’è futuro”».
La costruzione della scuola divenne il progetto Caritas Antoniana del giugno 2008. Nel giugno dello scorso anno era già stato ultimato il piano terra e i primi bambini erano entrati a far lezione. Oggi la scuola è completa e in piena funzione. Un sogno realizzato, proprio quando la speranza si affievoliva. Un sogno messo a repentaglio nel settembre scorso dall’alluvione, che ha sommerso l’80 per cento dell’isola di Luzon, dove sorge Manila. «Fortunatamente i bambini dei nostri centri si sono salvati salendo sui tetti – racconta Genny – e la nuova scuola non è stata toccata perché costruita in zona collinare».
Le ultime notizie dalla Shalom learning center sono del 22 marzo scorso, contenute in una e-mail di Genny, spedita da Manila: «La scuola si chiama Crf Hall. So che voi di Caritas Antoniana non avete mai chiesto riconoscimenti, ma noi abbiamo voluto lo stesso ricordare i vostri sostenitori con una targa all’ingresso della scuola, per dire a tutti che siete stati qui con noi e avete scelto di aiutare i bambini di Manila. Ho visitato la scuola personalmente e devo dire che sono rimasta entusiasta della struttura, della grandezza dell’edificio, della sua funzionalità e della professionalità con cui è stata costruita e viene curata. C’è una grande cancellata a protezione dello stabile e una porta molto robusta; una volta entrati nella scuola, si trovano la biblioteca e l’ufficio amministrativo; di fronte alla biblioteca c’è l’infermeria con letto e medicine. I corridoi, ampi e colorati, danno l’idea di un posto spazioso e piacevole; le aule hanno tutti tavoli e sedie nuove. Nel seminterrato c’è una grande mensa con vetrine per il cibo e un’area ricreativa con un tavolo da ping-pong. Al primo piano l’aula computer, il laboratorio scientifico, l’aula di scienze e tutte le altre aule. Altre scale portano alla terrazza sul tetto (pure questa immensa) dove i ragazzi possono giocare a basket, fare ginnastica e altri tipi di attività. Qui ci sono anche due stanze per le insegnanti che abitano lontano, in modo che siano sempre presenti e che ci sia sempre qualcuno a guardia dell’edificio. Sono contenta di potervi comunicare che la scuola è davvero bella e funzionale.Spero che queste foto e la mia descrizione vi possano dare un’idea della scuola e del grandissimo contributo che grazie a voi e ai lettori del “Messaggero di sant’Antonio” è stato dato all’educazione dei ragazzi di Manila. Da parte mia un fortissimo abbraccio a tutti e ancora un grazie di cuore da tutto il Crf.
Con affetto e riconoscenza Genny e la famiglia Bjorkas».
Progetto di Giugno 2009
Ecco la casa-famiglia per gli orfani dell’aids
Una casa-famiglia a Mbarara, in Uganda, per gli orfani dell’aids e per le mamme adolescenti abbandonate, che soffrono di disturbi mentali. Il progetto, lanciato in occasione dello scorso 13 giugno, è a buon punto e in linea con le scadenze prefissate.
La foto, che si riferisce allo scorso marzo, testimonia l’avanzamento dei lavori.
A giugno è previsto il completamento della costruzione, seguiranno le finiture e l’allestimento dei laboratori. La casa-famiglia finanziata, grazie all’aiuto dei lettori, da Caritas Antoniana, è gestita da padre Emmanuel Tusiime, un sacerdote locale, con l’appoggio formativo, tecnico e scientifico dell’Associazione Shalom di Riva del Garda (TN). Una volta ultimata, ospiterà cento persone tra bambini e mamme, offrendo non solo accoglienza e cure mediche, ma formazione umana e professionale e il calore di una grande famiglia. Con il tempo le mamme e i bambini verranno reintegrati nella comunità locale, lasciando il posto ad altri piccoli in difficoltà. La casa – unica esperienza di questo tipo in Uganda – diventerà anche un centro di formazione per operatori sociali e sanitari della zona, grazie alle sinergie con l’ospedale di Mbarara e l’università locale.