07 Luglio 2016

No alle mosche!!!

Dal diario di un povero frate: di quella volta che una «e» cadde e fummo tutti un po’ più cristiani.
Un frate nasconde con noncuranza la lettera

Copyright Alberto Ruggieri

Venerdì Santo. Ed è già come dire un giorno particolare, mica come tanti altri. Un giorno in cui si torna a scuola, tra i banchi della chiesa, davanti al Maestro divino, in ginocchio a reimparare cosa significhi misericordia da colui che la sua vita donò a tutti, senza distinzione, facendosi inchiodare le mani a una croce pur di essere sicuro di tenere spalancate le sue braccia, perché ci sia spazio per tutti ma proprio tutti! Il colore liturgico rosso è davvero il «colore del cuore»: dell’amore, del sangue che uguale scorre nelle vene di ogni uomo e ogni donna, prima di chiamarsi Francesco o Amin, di correre mezzi nudi in una foresta o indossare il frac a una prima alla Scala.

Al paesello, dopo le liturgie della sera, si usa ancora portare a spasso devotamente la Croce per le vie: quasi per mostrarle le nostre case, per farle vedere che di croce ce n’è parecchia anche nelle nostre stanze.

Tutta la gente in doppia fila ad aprire il mesto corteo, quasi una prua che fende l’oscurità, dietro chierichetti e sacerdote che solleva alta la Croce, perché veda tutti e perché tutti si riesca a vederla. In silenzio, perché troppe sarebbero le parole che graffiano la gola, si arriva infine nella piazza centrale del paese, un dosso a mo’ di Golgota che domina le comunità circostanti.

Il sacerdote alza emozionato la Croce per la grande benedizione finale e… si distrae! Davanti a lui, sul muro di un cortile, una sfilza di cartelloni inequivocabili, a cura di un partito qualsiasi, che invita a una delle tante e variegate raccolte di firme per salvare noi stessi: «Vota anche tu per dire no alle moschee in Patagonia» (per dire un nome a caso, evidentemente).

Imbarazzo palpabile. Sensazione di trovarsi fuori posto. A compiere però un gesto vero seppur alternativo. Un gesto in cui crediamo. La Croce sospesa lì a mezz’aria, quasi facesse resistenza a coprire con la sua ombra simile messaggio, e la mente che comincia a macinare. Qui urge fare qualcosa, prima che la santità di questo venerdì se ne vada…

Veloce benedizione così come da rito, altrettanto veloce saluto ai presenti esterrefatti da tanta fretta, sguardo convinto ai giovani della parrocchia, altresì detti «gli scagnozzi del parroco»: appuntamento tra cinque minuti in oratorio!

Il tempo di armarsi di pennarelloni color blu scuro, che nell’armamentario di un buon oratorio non mancano mai (la scritta sui manifesti, questo il parroco se lo ricordava bene, era bianca su blu scuro; i baldi giovani, invece, continuavano piuttosto a essere alquanto attoniti e perplessi), e via di corsa, ma guardinghi, a ritroso sui propri passi, fino ai cartelloni indiziati. Obiettivo della missione segretissima: far cadere un’innocente «e»…

Da questo momento in poi il parroco non potrebbe più narrare l’evolversi degli avvenimenti e che piega avrebbe preso la faccenda né cosa sia davvero successo nel frattempo, perché voltando le spalle al muro in questione, ha indirizzato deciso il suo sguardo alla chiesetta dirimpetto, con pii pensieri alla Mamma celeste patrona dell’edificio sacro, madre di Dio nonché mamma di ogni uomo e ogni donna.

Immerso com’era nelle sue preghiere non potrebbe neanche sotto tortura (ma gli basterebbe in realtà molto meno…) dire ciò che non sa. Purtroppo anche la serata tardi e una leggera pioggerellina che fa tanto «noir» non ha favorito più di tanto la presenza di testimoni accreditati sul luogo del delitto.

Ma con grande stupore e francescana letizia, il mattino dopo furono in molti coloro che si dissero assai disponibili a recarsi personalmente ad apporre la propria firma in calce a siffatto e molto onorevole proposito, così come almeno risultava da quei simpatici manifesti che facevano bella mostra di sé in centro al paese: «Vota anche tu per dire no alle… mosche in Patagonia!».

E il parroco, inutile negarlo, fu tra i più entusiasti! Pur con qualche senso di colpa: nei confronti delle sorelle mosche…A lode di Dio e del poverello Francesco!

 

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017
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