Un mondo di sorrisi per dirvi grazie
155 progetti in 37 Paesi del mondo per un totale di circa 1 milione e 900 mila euro! Cinque i principali settori d";intervento: scuola, lavoro, salute, acqua e casa, beni primari per consentire lo «sviluppo integrale» della persona. Nell";86% dei casi si tratta di progetti di sviluppo che incidono cioè sull";eliminazione delle cause di povertà . Il restante 14% si concretizza in progetti di «assistenza», cioè interventi mirati ad assicurare la sopravvivenza di persone in particolare debolezza: orfani dell";Aids, profughi, carcerati, tossicodipendenti, bambini abbandonati. La maggior parte delle risorse è stata spesa per la scuola (30% dei progetti) e il lavoro (19%). Per scuola non s";intende solo quella formalmente riconosciuta, ma ogni tipo di attività formativa in grado di far progredire le conoscenze e quindi il grado di sviluppo di un gruppo sociale: formazione integrale, conoscenza dei diritti, elementi di igiene e prevenzione, formazione al lavoro, ecc. I progetti sul lavoro sono soprattutto a favore delle donne e si concentrano su due fronti: il microcredito "; cioè l";accesso a piccoli prestiti per avviare imprese familiari "; e l";acquisto di mezzi di lavoro: attrezzature, bestiame, materie prime, ecc.
Grande attenzione è data anche all";accesso ai servizi primari: il 16% dei progetti sono legati alla salute: non solo costruzione di strutture, ma anche acquisto di attrezzature e farmaci, e, in alcuni casi, l";organizzazione del servizio, laddove era carente o non c";era affatto. L";11% dei progetti è rivolto a garantire l";accesso all";acqua potabile, soprattutto con la costruzione di pozzi e cisterne. Rilevante è anche la somma stanziata per la costruzione di piccole case per senza tetto o per sfollati a causa di calamità naturali: quest";anno ne sono state costruite 118, soprattutto in India e in Indonesia, Paesi colpiti dallo Tsunami del 26 dicembre 2004.
Una caratteristica di quest";anno è stata il finanziamento, particolarmente gravoso, assegnato ai progetti del 13 giugno 2005: sono stati stanziati 745 mila euro contro i 345 mila del 2004. La grande generosità dei lettori ci sta consentendo di onorare gli impegni presi. I quattro progetti di giugno, tutti in via di realizzazione (ve ne daremo dettagliatamente conto tra qualche mese), hanno come referenti i nostri frati in Indonesia, India, Burkina Faso e Brasile. Grazie al vostro appoggio, stiamo costruendo 45 case a Banda Aceh in Indonesia: una delle città più colpite dallo Tsunami; un Centro per malati di Aids a Coimbatore in India; un Centro medico a Sabou in Burkina Faso, dove non esistevano servizi sanitari; 300 cisterne per l";acqua per le famiglie del semi-arido brasiliano.
I progetti di giugno, come da tradizione, sono le iniziative portanti della nostra solidarietà che, però, nella sua quotidianità , preferisce agire attraverso progetti piccoli, a volte piccolissimi, mirati alla risoluzione di un problema: un pozzo per un villaggio, un ambulatorio in una foresta, la formazione del personale per un centro medico, una scuola in una zona abbandonata, un progetto di recupero dei bambini di strada, l";acquisto di alcuni capi di bestiame per incentivare l";allevamento e garantire un reddito familiare. L";81% dei progetti della Caritas antoniana ha ricevuto un finanziamento inferiore o uguale a 10 mila euro, mentre solo il 3,8% supera i 30 mila euro. à la filosofia di ottenere il massimo risultato con il minor impegno economico, finanziando progetti sostenibili, realizzati insieme alla gente e nel rispetto delle culture e del livello di sviluppo locale.
Per la stessa ragione, la Caritas antoniana tende a lavorare soprattutto con i missionari e con poche Ong, appena cinque quest";anno, accuratamente scelte tra quelle meno burocratizzate e più efficaci. Il missionario conosce i problemi reali, è un punto di riferimento per la gente, ha un rapporto personale con le autorità locali, incarna, nel suo agire, i valori del Vangelo. È importante ricordare che i missionari non appartengono solo all";Ordine dei frati minori conventuali ma a qualsiasi congregazione, ordine religioso, diocesi o gruppo sociale organizzato che presenti un progetto in linea con i valori della nostra solidarietà . Molti referenti di progetti sono laici. Non v";è distinzione nemmeno di nazionalità : molti missionari sono persone del posto o appartengono a poverissime congregazioni locali. L";apertura, la collaborazione, la rete, superando le chiusure, sono il futuro della cooperazione internazionale. Chi fa vera solidarietà ha una sola opzione: stare dalla parte degli ultimi.
Infine, un grazie enorme a voi da parte di tutte le persone toccate dai nostri progetti: senza di voi il nostro lavoro sarebbe stato impossibile. Grazie anche per l";appoggio spirituale che molti di voi continuano a manifestarci e che rende veramente unica la nostra solidarietà .