Arabia, meno orrore

Abolita la pena di morte per i minori nel Paese ultraconservatore. Un passo verso la «modernizzazione», ma rimangono ancora interrogativi sul rispetto dei diritti umani.
31 Luglio 2020 | di

La notizia è rimbalzata da un capo all’altro del mondo riscuotendo grande soddisfazione. Dopo aver abolito di fatto la fustigazione, l’Arabia Saudita (oltre 28 milioni di abitanti) ha cancellato la pena capitale per i minori. Al posto dell’esecuzione, il condannato resterà detenuto per non oltre dieci anni.

 Amnesty International ricorda che nel 2019 il Paese ha raggiunto un record storico: 184 persone messe a morte. Circa l’81 per cento delle esecuzioni mondiali, insieme a quelle di Iran e Iraq. Che cosa sta succedendo all’interno del Palazzo del potere saudita?

L’iniziativa sembra partire dal discusso e potente principe ereditario Mohammed bin Salman. In questi ultimi anni, il Paese ha ammorbidito alcune norme dure del regime, derivate dalla dottrina ultraconservatrice dell’Islam del wahabismo.

Una serie di riforme considerate epocali, come la tanto attesa concessione del permesso alle donne di guidare l’auto o di organizzare i primi concerti pop, o l’attesa riapertura dei cinema. Un atteggiamento spesso contradditorio se si pensa che la libertà di attivisti per i diritti umani e avversari politici è sempre stroncata con violenza.

La «bella» notizia dell’abolizione della pena di morte ai minori, infatti, fa seguito alla recente morte in carcere di Abullah al Hamid, professore universitario, membro di un’associazione per i diritti umani condannato a undici anni di prigione, con l’accusa di «aver infranto la fedeltà al sovrano».

E poi l’intricata vicenda dell’uccisione, nel 2018, del giornalista dissidente Jamal Khashoggi, assassinato all’interno del consolato saudita a Istanbul, che ha visto chiamare in causa lo stesso principe Mohammad bin Salman.

Passi avanti, e passi indietro, in uno Stato che continua a riproporre un ambìto programma di modernizzazione intitolato «Visione per il 2030», puntando su sanità, istruzione, infrastrutture, servizi pubblici, turismo. Una bella immagine da presentare sulla scena internazionale. Ma non si può transigere da una condizione: che vengano rispettati i diritti umani.

 

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Data di aggiornamento: 31 Luglio 2020

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