Due progetti, due santi, due storie
Sarà perché a gennaio, il 17 per la precisione, cade la festa di sant’Antonio abate – patrono degli allevatori e per questo ritratto nell’iconografia tradizionale con un pasciuto porcellino ai piedi – ma pare proprio che nel corso del 2013 il nostro sant’Antonio abbia chiesto lumi all’omonimo in cielo, per portare a termine due piccoli ma efficacissimi progetti di Caritas Antoniana, giusto in tempo per rendicontarli alla sua festa. Si tratta dell’avvio di due allevamenti di maiali. Tutti e due in Uganda, tutti e due richiesti nel marzo del 2013, l’uno a favore di un gruppo di studenti poveri a Kasana, nel Centro del Paese, a 60 chilometri da Kampala, la capitale; l’altro a Kasese, a Sud-ovest, a favore di 300 vedove. Vicino a Kasana, da cinque anni, la diocesi ha fondato il St. Theresa of the Child Jesus Children’s Hostel, un ostello che accoglie ragazzi orfani o in difficoltà economica, che vengono dai villaggi dell’interno per frequentare le uniche due scuole superiori della zona.
«Molti ragazzi di 13, 14 anni – spiega fra Cyril Sande Kasigwanon, responsabile del progetto – non hanno i soldi per entrare nei convitti scolastici e allora si affittano una stanzetta in città, ma poi devono lavorare per mantenersi. Il rischio è che questi ragazzi senza guida incappino in cattive compagnie, e in ogni caso non dedichino adeguato tempo allo studio». Per aiutarli, la diocesi ha fondato il Santa Teresa, e Caritas Antoniana le è stata accanto fin dalla prima ora, finanziandone la cucina, il refettorio e la recinzione esterna. La struttura offre vitto e alloggio oltre ad aiutare come può a pagare i costi scolastici, in modo da restituire ai ragazzi la serenità per studiare. Nel marzo del 2013, fra Cyril ha chiesto alla Caritas Antoniana un ulteriore aiuto: un finanziamento per avviare una porcilaia e poter così sostenere la struttura e migliorare la dieta dei ragazzi.
A Sud-ovest dell’Uganda, da dove è arrivata la seconda richiesta, il contesto è diverso. La parrocchia di Kakone è nata appena un anno e mezzo fa. Si trova sulle montagne, a un paio di chilometri dalla città di Kasese, vicino al confine con il Congo. Qui l’attenzione della diocesi è concentrata sull’altissimo numero di vedove. Molti mariti, infatti, sono stati costretti ad arruolarsi nelle forze ribelli, durante gli anni della guerra del Congo, tra il 1996 e il 2003, e non sono più tornati. Molti altri sono stati uccisi mentre cacciavano di frodo nei due parchi nazionali della zona, tentando di allentare la morsa della povertà sulle famiglie.
Oggi, vedove e orfani lottano contro la fame, mentre non ci sono risorse per mandare i bambini a scuola e poter così sperare in un futuro migliore. È in tale contesto che la diocesi ha lanciato il progetto di allevamento dei maiali, ma questa volta usando una forma particolare di microcredito: alle vedove, divise per gruppi, saranno assegnate quattro scrofe (le femmine del maiale) e un verro (il maschio) per avviare un allevamento. Man mano che i maiali si riprodurranno (e comunque entro un termine stabilito), il gruppo di donne restituirà il numero di maiali iniziali, in favore di un altro gruppo di donne.
I progetti sono stati finanziati con 7 mila euro ciascuno. Nell’estate scorsa sono stati fatti i lavori preparatori e la formazione; i progetti sono a regime solo da qualche mese. Nonostante le differenze – l’uno è una porcilaia per una struttura benefica, l’altro è l’avviamento di microallevamenti familiari –, i progetti presto cominceranno a offrire ai beneficiari la possibilità di incrementare il proprio reddito, sia con la vendita della carne che con quella delle deiezioni, usate come fertilizzanti per l’agricoltura. Una prospettiva che ha permesso all’Ostello Santa Teresa di prendersi in carico quarantacinque ragazzi in difficoltà e alle vedove di Kakone di mandare i figli a scuola. Piccoli semi di futuro, sotto lo sguardo compiaciuto dei due sant’Antonio.