E allora, dove erano i genitori?

Un fatto di cronaca e una domanda inquietante: come è possibile che un figlio possa deragliare dalla retta via in modo così vistoso, senza che i genitori abbiano sospettato nulla?
22 Dicembre 2004 | di

Brividi di indignazione e un profondo sentimento di pietà  e di impotenza abbiamo provato nel seguire uno dei tanti fatti di sangue che hanno funestato l'ultimo scorcio dell'anno trascorso. Precisamente l'uccisione del benzinaio di Lecco, Giuseppe Mayer. Una vita onesta vilmente stroncata per pochi euro. Stampa e tv ne hanno trasmesso l'immagine. Già  vista, purtroppo. La stavamo già  archiviando quando alcune circostanze la riproponevano, densa di altri significati. Qualcuno, per facilitare la cattura degli assassini, proponeva una taglia. Inevitabile la ridda di polemiche. Non siamo nel Far West, lo Stato è in grado di svolgere i suoi compiti, osservava il ministro Pisanu. E di lì a poco i colpevoli cadevano nella rete delle forze dell'ordine. Extracomunitari? Vecchi balordi incalliti? Assolutamente no: due ragazzi del posto, normalissimi all'apparenza. Il che rendeva più fosca e inquietante la scena, sulla quale s'affacciava, inattesa, l'immagine carica di dolore e di sgomento del padre dell'assassino. Accettava di apparire in tv per chiedere perdono a nome del figlio, per dire che avrebbe voluto esserci lui al posto della vittima e che non capiva come quel suo figlio fosse finito così. Dolore sincero che suscitava un briciolo di comprensione e di pena. Ora altri eventi, altre immagini hanno dissolto quel volto, ma credo che chiunque ha figli, vedendolo, in quei giorni, abbia sentito brividi gelati solcargli la schiena e una serie di domande angosciargli il cuore. Come è possibile che un figlio possa deragliare dalla retta via in modo così vistoso, senza che i genitori abbiano sospettato nulla? Bravo il figlio a nascondere o troppo distratti i genitori per accorgersene? In che cosa avrà  mancato quel povero padre? E dove possiamo sbagliare anche noi? Perché nel tirare su i figli nulla è scontato, le sorprese sono dietro l'angolo. Se ieri quel ragazzo ha freddato il povero benzinaio, il giorno prima - o il giorno dopo - qualche altro, anche lui ragazzo normale, si è tolto la vita: lasciato un biglietto per dire che ne ha abbastanza, ha annullato l'angoscia facendola finita. Quanti altri ancora si sono storditi, e si stordiscono, nelle discoteche per poi finire, alle prime luci dell'alba, corpi dilaniati tra i rottami dell'auto che ha concluso la folle corsa contro un platano. Immagini ricorrenti, voci esasperate di un disagio giovanile diffuso. E allora ecco di nuovo a chiederci: perché? Forse non abbiamo parlato ab-bastanza con i nostri figli? Li abbiamo riempiti di cose - inutili - e privati di noi stessi, della nostra presenza, occupati a curare la nostra carriera? Non abbiamo saputo proporre loro ideali e incarnarli noi stessi offrendoci come modelli credibili? È per questo che i giovani cercano altrove i modelli e, purtroppo, l'archivio più a portata di mano è quello dei media, della televisione, ma sono proprio i loro modelli a far deragliare. Domande inquietanti e spesso povere le risposte, nostre e di chi altri dovrebbe darle. Certo, ci sono anche tanti giovani bravi davvero, che guardano al futuro senza lasciarsi ingannare dai falsari di turno. Ma il numero non esiguo di chi sbanda non può non preoccupare tutti. E allora, perché non porre maggiore attenzione ai loro problemi, nella famiglia, nella scuola, nella parrocchia e altrove: una specie di piano nazionale che abbia per oggetto i giovani, coinvolgendo tutti, loro per primi? L'economia, le tasse, la giustizia... sono grandi problemi. Ma i giovani non lo sono da meno. E se essi sono il futuro, da come stanno le cose, qualche timore è legittimo. Sono problemi che toccano tutti e questo ci invita a rendere ancora più cordiale l'augurio per il nuovo anno. La rivista avrà  alcune firme nuove che arricchiscono la sinfonia di voci. E tra tante preoccupazioni una nuova rubrica Il bene di vivere curata da padre Andrea Arvalli. Luci che si accendono perché la speranza non venga meno.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017