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«Epicentro di sofferenza»

«Quello che è stato un centro di solidarietà è ora un epicentro di sofferenza» ha affermato il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, riferendosi alle aree turche e siriane devastate dal terremoto nella notte tra il 5 e il 6 febbraio.
| Redazione

Antakya, Turchia, 11 febbraio. Una donna piange sul luogo di sepoltura di un familiare vittima del terremoto che ha colpito il sud-est della Turchia e il nord della Siria nella notte tra il 5 e il 6 febbraio. Secondo le ultime stime i morti causati dalle scosse sismiche sarebbero oltre 28 mila. Ma, come spiega il sottosegretario generale per gli affari umanitari delle Nazioni Unite, Martin Griffiths, in un'intervista a Sky News, il bilancio delle vittime potrebbe perfino raddoppiare. E intanto proseguono le ricerche dei dispersi sotto le macerie.

«Ora è il momento di difendere il popolo turco e siriano» ha affermato il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. Il momento di mostrare loro «lo stesso tipo di sostegno e generosità che hanno mostrato negli ultimi anni, aiutando milioni di rifugiati e sfollati in fuga dal conflitto. (...) Quello che è stato un centro di solidarietà è ora un epicentro di sofferenza».

Data di aggiornamento: 12 Febbraio 2023