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Il Cantico di san Francesco in kazako

L'opera del poverello di Assisi arriva in Asia centrale con il suo messaggio universale di pace e fratellanza che, in un'epoca di profonde divisioni, supera i confini politici, culturali e religiosi.
| Alessandro Bettero Caporedattore

Alla vigilia del 2026, anno in cui si celebreranno gli 800 anni dalla morte di san Francesco, il suo Cantico delle Creature ha intrapreso un viaggio speciale lungo la Via della Seta, a conferma del rilievo del messaggio universale lanciato nel Duecento dal poverello di Assisi.

In Kazakistan, Paese asiatico a maggioranza musulmana, ex Repubblica sovietica che si estende dal Mar Caspio ai Monti Altai, la R.S. Publishing ha infatti editato la prima traduzione in lingua kazaka del Cantico delle Creature, curata dal poeta Korganbek Amanzhol, e con testo anche in russo e in italiano.

La versione in russo, seconda lingua parlata nel Paese, è stata realizzata dalla poetessa Olga Sedakova. Mentre la fotografa e artista kazaka Sarra Yessenbay ha corredato il volume con 27 illustrazioni originali che, grazie a un uso sapiente «della luce, del simbolismo e della composizione fotografica», hanno ritrovato nelle steppe dell’Asia Centrale la stessa bellezza del creato evocata da san Francesco, in una sorta di gemellaggio poetico e immaginifico con cui «si celebrano il sole, la luna, le stelle, l’acqua, il fuoco, il vento, l’aria, la terra e i suoi frutti».

L’edizione in kazako del Cantico delle Creature è stata supportata dall’Ambasciata d’Italia in Kazakistan e dall’Istituto Italiano di Cultura di Almaty, la città più popolosa del Paese.

Nella pubblicazione è contemplata, nelle tre lingue, anche la Preghiera semplice attribuita all’assisiate.

Il volume è arricchito dai contributi critici del poeta, scrittore e saggista Davide Rondoni, presidente del Comitato nazionale per le celebrazioni francescane; della poetessa e critica letteraria Rosita Copioli, dello scrittore kazako Rollan Seisenbayev, tra i principali fautori della diffusione della cultura italiana nel Paese asiatico. Seisenbayev ha curato anche la prima traduzione dell’Inferno di Dante in lingua kazaka. Il libro propone anche i contributi del professor Bartolomeo Pirone, già docente di Lingua e letteratura araba all’Università L’Orientale di Napoli, docente di Dialogo islamo-cristiano alla Pontificia università lateranense di Roma e collaboratore del Pontificio istituto di studi arabi e d’islamistica, e del Centro francescano di Studi cristiani orientali del Cairo, in Egitto.

Antonello De Riu, ambasciatore d’Italia in Kazakistan sottolinea che «in un momento storico come questo, segnato da divisioni e conflitti, la prima traduzione in kazako del Cantico delle Creature è un faro di bellezza e un atto di diplomazia culturale di profondo significato. Questo capolavoro del XIII secolo, che celebra l’armonia del creato e la fratellanza universale, risuona con sorprendente affinità con le tradizioni spirituali del Kazakistan, terra di steppe, cieli infiniti e antica sapienza nomade».

Data di aggiornamento: 23 Ottobre 2025