Il Giubileo con sant’Antonio

01 Febbraio 2000 | di

Il 19 febbraio vivremo insieme, in basilica, la grazia del Giubileo.
Sant`€™Antonio ancora una volta ci indicherà  il Signore, meta del nostro pellegrinaggio.

Il 18 gennaio è stata aperta anche l`€™`€™ultima porta delle quattro maggiori basiliche romane, quella di San Paolo fuori le Mura. Con un gesto di forte sapore ecumenico, la porta si è aperta, sospinta oltre che dalle mani del Papa `€“ ed era la prima volta in questa basilica `€“ da quelle di rappresentanti di Chiese «separate», del metropolita Atanasio a nome delle Chiese dell`€™ortodossia orientale, e del primate anglicano Carey per gli anglicani e i protestanti della tradizione evangelica, presenti ventidue delegazioni di altre confessioni cristiane.

Il Giubileo ha cominciato, dunque, a camminare speditamente, offrendo segni di grande spessore nel cammino verso l`€™unità . Intanto si moltiplicano nelle comunità  cristiane le iniziative spirituali perché l`€™evento giubilare possa incidere profondamente nella coscienza dei fedeli e produrre abbondanti frutti di conversione. Gli stimoli non mancano. Noi non possiamo non fare riferimento a sant`€™Antonio, ispiratore della nostra rivista, che fu predicatore instancabile ed efficace della conversione, e il cui pensiero espresso nei Sermones continua a stimolarci. Ci pareva giusto allora (e le indicazioni pratiche le potete leggere nella rubrica «Antonio vivo»), invitare gli amici del Santo e i lettori della rivista a celebrare il Giubileo nella sua basilica.

Abbiamo fissato come data significativa il 19 febbraio, giorno dedicato al ricordo della storica traslazione delle reliquie di Antonio, avvenuta nel 1350 (più noto come festa della lingua del Santo). Ci incontreremo con quanti potranno parteciparvi, per vivere insieme la grazia del Giubileo, accompagnati, oltre la porta santa, dallo stesso sant`€™Antonio, che ancora una volta ci indica il Signore, meta del nostro pellegrinaggio. Sant`€™Antonio stimolo per il Giubileo: non è una forzatura. Sappiamo bene che l`€™anno giubilare come espressione ecclesiale è iniziato nel 1300, alcuni decenni dopo la morte del Santo (1231). Però nell`€™esperienza spirituale, nell`€™impegno di vita e nel pensiero di Antonio ritroviamo intensi ed espressivi tutti i valori del Giubileo. La buona notizia del Giubileo è racchiusa nell`€™annuncio che Gesù fece nella sinagoga di Nazareth: leggendo la profezia di Isaia, che egli applica a se stesso, Gesù annuncia l`€™anno di misericordia del Signore, la liberazione per i prigionieri, un nuovo tempo di libertà .

Un annuncio che sant`€™Antonio ha fatto proprio sia nella predicazione della Parola come nelle azioni con le quali dava concretezza di realtà  a quanto andava predicando.

Tra le reliquie più insigni, che di Antonio si conservano, ci sono appunto la lingua, strumento dell`€™annuncio della Parola di Dio, e il dito della mano, del quale il predicatore si serve (il simbolismo è di san Gregorio Magno) per indicare il cielo, la meta del cristiano. Ma senza dimenticare la terra. Uno dei risultati della grande, e ultima, predicazione di Antonio fu appunto una modifica delle leggi del Comune padovano troppo tenere nei confronti dell`€™usura e eccessivamente severe per i debitori insolventi, spesso vittime degli usurai.

Traducendo per l`€™oggi, è urgente come allora, oltre al problema dell`€™usura riaffacciatosi con prepotenza nella nostra società , la richiesta di riduzione o cancellazione del debito dei paesi in via di sviluppo. E su questo tema si sono trovate d`€™accordo anche altre comunità  cristiane, magari meno convinte sulla bontà  di molte manifestazioni del Giubileo. Cristo è la porta, vi accediamo nella consapevolezza del nostro limite e della nostra fatica, la varchiamo incontrando un Padre che ci attende, ma che ci chiede anche che abbiamo fatto del nostro fratello.

fra Luciano Bertazzo
direttore editoriale

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017