Italia. La carica degli Expat

19 Novembre 2015 | di

In prevalenza uomo, celibe, tra i 18 e i 34 anni, proveniente da una regione del Nord Italia, emigrato in Germania o nel Regno Unito: è questo l’identikit dell’espatriato italiano uscito dal Rapporto Italiani nel mondo 2015 della Fondazione Migrantes. La realtà, ovviamente, è molto più complessa e variegata – si registra, infatti, un aumento degli espatri in tutte le classi d’età e in entrambi i sessi –, ma siamo in una nuova era dell’emigrazione degli italiani nel mondo.

Gli italiani iscritti all’Aire (Anagrafe italiani residenti all’estero) al 1º gennaio 2015 sono più di 4 milioni 630 mila, il 3,3 per cento in più rispetto al 2014. La maggior parte delle iscrizioni sono dovute a espatrio (2.443.126) o a nascita (1.818.158). Un balzo importante, che segue tuttavia un trend in ascesa che dura da dieci anni: in appena due lustri gli italiani trasferiti all’estero sono cresciuti di quasi il 50 per cento. Ma in questo lasso di tempo è cambiato il mondo. Si parte sempre meno dal Sud e sempre più dal Nord: la Sicilia rimane la regione che ha il maggior numero di espatriati, ma gli ultimi dati dimostrano una marcata dinamicità della Lombardia (+24mila) e del Venero (+15 mila). La maggior parte degli italiani risiede in Europa (53,9 per cento) e in America (40,3 per cento). Nell’ultimo anno le mete preferite sono state Germania, Regno Unito, Svizzera e Francia. Il rapporto cerca anche di capire perché soprattutto i giovani oggi cercano un’esperienza all’estero. Intercultura registra un significativo incremento di liceali che scelgono di fare un periodo di studi in un altro Paese.

Sempre più internazionali sono anche i nostri universitari: l’8 per cento ha partecipato a uno dei programmi previsti dall’Unione europea, un altro 2 per cento ha fatto esperienze diverse ma riconosciute all’estero e un altro 3 per cento si è mosso per iniziativa personale. Altra grande motivazione a espatriare è l’impossibilità di trovare lavoro in Italia, anche per i laureati. Almalaurea rivela che non solo la laurea italiana è più efficace all’estero, ma che le condizioni economiche e di carriera sono mediamente più vantaggiose per gli espatriati.

Ma chi sono esattamente questi giovani in movimento? In gergo si chiamano Expat e il rapporto li identifica soprattutto con la generazione dei Millennials, quella, cioè, dei nati tra gli anni ’80 e l’inizio del 2000. Generazione del paradosso, perché la più istruita ma anche quella con meno opportunità nella storia italiana. I Millennials sono cresciuti con il paradigma dell’euro-mobilità e vedono l’emigrazione come un’opportunità, tuttavia vivono la frustrazione di non poter davvero scegliere e la nostalgia per i legami lontani. Una generazione che ha molto da dare a un’Italia troppo immobile e vecchia, che non sa valorizzare la sua parte più preparata e dinamica.
 

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017