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La forza della vita

Oggi, 4 febbraio, si celebra la 46ᵃ Giornata nazionale per la vita, sul tema «La forza della vita ci sorprende. "Quale vantaggio c'è che l'uomo guadagni il mondo intero e perda la sua vita?" (Mc 8,36)».
| Sabina Fadel Caporedattrice

Dal 1979, ogni prima domenica di febbraio, la Chiesa italiana celebra la «Giornata per la vita», promossa dalla Conferenza episcopale italiana (Cei). Oggi, domenica 4 febbraio, siamo dunque chiamati a celebrarne la 46ᵃ edizione, riflettendo sul tema: «La forza della vita ci sorprende. “Quale vantaggio c’è che l’uomo guadagni il mondo intero e perda la sua vita?” (Mc 8,36)». 

Il Messaggio che i vescovi italiani hanno diffuso per l’occasione (firmato il 26 settembre scorso) ci aiuta a comprendere il significato più profondo di queste parole. Suddiviso in cinque capitoli, si apre con una riflessione sulle «molte, troppe “vite negate”», da quella dei civili vittime delle guerre a quella dei lavoratori sfruttati e costretti a lavorare in condizioni non sicure; da quella di molte donne ancora considerate proprietà dei maschi a quella dei malati e disabili gravi, giudicati troppo spesso non degni di vivere; da quella dei bambini nati, che troppe volte è funzionale ai desideri degli adulti, a quella dei bambini non nati, ai quali è stato negato addirittura il diritto all’esistenza. 

Ma dinanzi a questa cultura di morte che a tratti pare prendere il sopravvento nella nostra società, i vescovi sanno indicare i segni di speranza che ancora possono dare senso alla nostra esistenza, come quella forza della vita che spesso incontriamo nelle persone malate che sanno divenire testimoni di vita buona per quanti sono attorno a loro, o in quei migranti o poveri che non hanno nulla eppure sono capaci di condividere anche quel poco che hanno con gli altri. «La vita, ogni vita – ci ricordano infatti vescovi –, se la guardiamo con occhi limpidi e sinceri, si rivela un dono prezioso e possiede una stupefacente capacità di resilienza per fronteggiare limiti e problemi». 

Di fronte a così tanta bellezza di umanità come possiamo dunque pensare di essere in grado, noi, di decidere chi debba o non debba vivere? Chi sia o non sia degno della vita? si chiedono i vescovi: «Che cos’è che rende una vita degna e un’altra no? Quali sono i criteri certi per misurare la felicità e la realizzazione di una persona?». La vita è sempre un mistero insondabile e noi «non ne siamo padroni né possiamo mai diventarlo; non è ragionevole e non è giusto, in nessuna occasione e con nessuna motivazione». 

Per gli uomini e le donne di buona volontà, «per i credenti, che guardano il mistero della vita riconoscendo in essa un dono del Creatore, la difesa e la promozione della vita, in ogni circostanza, sono un inderogabile impegno di fede e di amore – concludono quindi i vescovi –. Da questo punto di vista, la Giornata assume una valenza ecumenica e interreligiosa, richiamando i fedeli di ogni credo a onorare e servire Dio attraverso la custodia e la valorizzazione delle tante vite fragili che ci sono consegnate, testimoniando al mondo che ognuna di esse è un dono, degno di essere accolto e capace di offrire a propria volta grandi ricchezze di umanità e spiritualità a un mondo che ne ha sempre maggiore bisogno».

Così come ha bisogno di persone ancora capaci di nutrirsi di stupore, per imparare a coltivare uno sguardo grato sulla vita, propria e altrui. 

 

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Data di aggiornamento: 05 Febbraio 2024