La sfida delle diversità

02 Giugno 2000 | di

L'Italia è ormai un paese multiculturale, alle prese con culture e realtà  diverse, con le quali o si dialoga nel rispetto reciproco della storia di ognuno, nell'ascolto del punto di vista... perché «anche noi siamo altri per gli altri» (Giddens), o si va allo scontro.

 Multiculturalità , interculturalità : fino a qualche anno fa in Italia erano solo parole che giravano tra gli studiosi di fenomeni sociali, allertati dai primi arrivi di immigrati, ognuno con il proprio bagaglio di cultura, tradizioni, mentalità  e lingua, diverse dalla nostra. Ne discorrevano prefigurando futuri scenari, ma come esercitazioni a tavolino, convinti di non dover mai, o chissà  quando, entrare nel vivo del problema, visto che gli immigrati si fermavano da noi solo il tempo di mettere insieme un po'di denaro lavorando; oppure transitavano diretti altrove. Solo pochi restavano, un numero irrisorio per creare reali problemi.
Ma ora quelle parole sono diventate realtà  e problema. Il numero degli immigrati ha già  superato il milione. Ma soprattutto è cambiato il tipo di immigrazione, che da immigrazione di passaggio si è fatta stanziale: gli immigrati vengono qui per starci e, grazie alla legge che glielo consente, possono farci venire moglie e figli per ricomporre la famiglia; altri mettono su famiglie nuove, fanno figli (negli ultimi tre anni la nascita di bambini stranieri in Italia è aumentata del 60 per cento) destinati a diventare cittadini italiani.
La presenza degli immigrati ora si fa sentire, non solo per episodi malavitosi di cui è protagonista una sciagurata minoranza di loro, ma anche come pacifica vicinanza nei luoghi di lavoro, nella scuola, nella vita di tutti i giorni. E con loro religioni e culture diverse (multiculturalità ) stanno acquisendo piena cittadinanza nel nostro paese.
Come comportarci di fronte al nuovo fenomeno? Che rapporti intrattenere con queste persone, con la loro cultura, con tutto il diverso che appare ai nostri occhi e li turba?
Non è un problema nato oggi. Altri paesi l'hanno vissuto prima di noi e hanno tentato di venirne a capo seguendo strade diverse.
Qualcuno ha tentato quella dell'assimilazione: l'immigrato cerca di dimenticare da dove è venuto per adeguarsi alla cultura del paese che lo accoglie, insomma si fa assimilare (Francia); o quella della mescolanza (melting pot), dove si cerca di mescolare insieme le caratteristiche di ciascuna cultura per ottenere un nuovo amalagama. Hanno tentato questa via gli Stati Uniti, ma la cosa non ha funzionato.
L'Italia sta tentando un'altra via, quella dell'interculturalità . Accettata come dato di fatto la multiculturalità , il nostro paese ha optato per un'azione di scambio tra le varie culture, nel concreto con le persone che ne sono portatrici. Per funzionare l'intercuturalità  non deve essere a senso unico. Però pregiudizi, rigidità , incomprensioni sono lì, pronti ad allontanare o vanificare ogni tentativo di dialogo.
Incomprensioni che renderanno a qualcuno poco piacevole questo dossier. Non per il tema in sé, ma per il retroterra a cui esso rimanda, che è quello dell'immigrazione, fenomeno in crescita e difficilmente controllabile. Le difficoltà  di altri paesi hanno reso l'Italia, per la sua posizione geografica, una «naturale» porta d'ingresso nella ricca Europa, e chi può vi entra, legalmente o illegalmente, nella speranza di costruirsi un futuro migliore. Non vale rievocare la nostra storia di migranti per convincere ad accogliere gli immmigrati. Sull'argomento ha riflettuto sapientemente, nel numero scorso, anche Sergio Zavoli.
Spesso ci viene chiesto di affrontare questo tema, di dire come la pensiamo al riguardo, e avvertiamo dietro ogni richiesta una certa angoscia, forme di paura che chiedono di venire esorcizzate. Siamo convinti che non si tratti di prendere una posizione netta, sì o no, piuttosto di cercare di comprendere questa nuova realtà , che è in prospettiva ineludibile.
Che fare allora? Credo che la vera intelligenza stia nell'avvicinarci alla nuova realtà  per comprenderla. Un'intelligenza che si fa sapienza. Una vera sfida oggi.
Il tema della interculturalità  va già  oltre il dato dell'immigrazione, è un problema reale. Interculturalità  significa dunque incrocio di culture diverse (inter=tra) che, senza che l'una annulli l'altra, cercano di interagire e di inter-comprendersi, con la ricchezza che ognuna ha in se stessa, frutto di sapienze antiche stratificate nel tempo. Finché una cultura rimane chiusa, ed è la sola nell'ambiente che l'ha prodotta, non fa problema, è monocultura: la difficoltà  nasce quando questa entra in relazione con altre stratificazioni culturali. L'omogeneità  dell'ambiente che ha prodotto la monocultura allora si spezza, appaiono le nuove realtà  che abbiamo cominciato anche noi, a sperimentare.
Il nostro paese, scegliendo l'interculturalità , ha imboccato il sentiero più difficile, che può essere occasione di conflitti ma anche di arricchimento: ci vuole però uno sforzo non indifferente di reciprocità , di comprensione e di creatività , per trasformare in positivo l'inevitabile iniziale scontro prodotto dalla diversità . Nessuno ha in mano la formula per avviare un dialogo e condurlo a esiti positivi per entrambi. Sono in corso tentativi, e nel dossier ne diamo conto, messi in atto da uomini di buona volontà  delle diverse culture, che partono però dall'incontro tra persone, più che dai problemi filosofici e religiosi. Altri prenderanno il via.
Di certo non possiamo ignorare il problema e lasciare che prendano corpo divisioni e ghetti, focolai di conflitti. In alcuni settori, come nella scuola, la questione si pone già  in termini di urgenza e stanno nascendo nuove figure di sostegno, i mediatori culturali, per avviare un dialogo di comprensione reciproca, che può risultare decisivo. Ma anche altri settori, quello ecclesiale ad esempio, si sta muovendo in questa direzione. Si è capito che nulla è meglio del dialogo: una sfida, difficile, ma che vale la pena cogliere, anche perché l'alternativa sarebbero inconcludenti e pericolose contrapposizioni.

   
   
IL LIBRO
Antonio Nanni, Sergio Abbruciati
Per capire l'interculturalità . Parole-chiave
Quaderni dell'interculturalità 
Editrice Missionaria Italiana, lire 12.000.
Una sorta di piccolo dizionario per educatori.
Vengono illustrati i significati di circa 100 termini, segnalando il più delle volte pochi ma essenziali riferimenti bibliografici per consentire l'approfondimento.

 

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017