L’acqua dei piccoli
Senz’acqua in piena foresta equatoriale. Sembra un assurdo in un posto in cui piove a catinelle per lunghi periodi dell’anno. Eppure la povertà spesso è proprio questo: avere la ricchezza a portata di mano e non possedere i mezzi per arrivare a toccarla. Ed è così che a Doumé, una cittadina dell’entroterra nella provincia Est del Camerun, l’acqua c’è ovunque, sopra e sotto la terra, ma per gli abitanti di quella landa desolata, distante anni luce dalla capitale Yaoundé – trecento chilometri di strada sterrata che scompare durante le piogge – averla a disposizione per le necessità quotidiane è un miraggio.
Doumé è divisa in sette quartieri, ognuno è appollaiato su un colle e dista dagli altri un paio di chilometri. Cercare l’acqua per la famiglia è compito dei bambini. Partono senza scarpine, salgono per i sentieri fangosi delle colline, portandosi dietro grandi taniche di plastica, che al ritorno diventano pesantissime. Rischiano, i bambini, di scivolare e farsi male ma anche d’incontrare qualche animale pericoloso. I genitori sono nei campi dalla mattina presto fino all’imbrunire, e loro rimangono soli fin da piccolissimi.
La scuola unico rifugio
Le suore sono le uniche a prendersi cura dei bambini piccoli mentre i genitori lavorano, le uniche che possono promuovere una vita diversa per gli abitanti di Doumé: «Qui la gente è poverissima – spiega suor Fabiana –, l’unica risorsa è l’agricoltura di sussistenza. Le città sono lontane e i contadini non possono vendere le eccedenze nei mercati e ricavarne un reddito. Tutto ciò che facciamo dipende dalla solidarietà esterna. Per la cisterna ho già raccolto da alcuni benefattori 8 mila euro ma per completare il lavoro ce ne vogliono almeno 18 mila. Ci potete aiutare?». I lavori della cisterna sono previsti per i primi mesi del nuovo anno. E così la Caritas Antoniana invia i 10 mila euro richiesti già nel novembre del 2008.
Ad aprile di quest’anno un’entusiasta suor Fabiana ci invia i ringraziamenti e le foto: «Abbiamo costruito una grande cisterna profonda 8 metri. Potrà contenere 20 mila litri! Avremo acqua in abbondanza per noi e per gli abitanti del villaggio. La scuola è conclusa, le fontane funzionano, la gente guarda stupita e mi dice: “Non sembra più di essere a Doumé”. Mandare i figli in una bella scuola e avere la possibilità di accedere all’acqua sono segni di grande speranza per tutti».
Nella lettera di suor Fabiana c’è un biglietto firmato Maurice e Florence, genitori di Aurel: «Noi genitori ci chiedevamo sempre come potevamo proteggere i nostri figli. Era ormai necessario costruire la nuova scuola e provvedere all’acqua. Ma non ne avevamo i mezzi, viviamo solo dei frutti della terra. Le suore hanno pensato di rivolgersi a voi e voi non siete rimasti indifferenti. Il sogno si è realizzato. I nostri figli non percorreranno più chilometri per arrivare alla sorgente, i loro piedi non si piagheranno più sulle colline scivolose di fango e l’acqua pulita li proteggerà dalle malattie. Iddio vi ricompensi con ogni benedizione».
Il progetto in breve
Progetto: Acqua per la scuola materna San Giovanni Bosco di Doumé
Realizzazioni: Cisterna di 20 mila litri, fornitura e posa delle grondaie per la raccolta dell’acqua piovana
Tempi: Gennaio-Marzo 2009
Contributo: euro 10 mila