L’acqua dei poveri
Dal mappamondo la terra appare un 'pianeta blu': quattro quinti della sua superficie sono ricoperti d'acqua. Si tratta però d'acqua salata. L'acqua dolce è appena il 2,7 per cento, di questa solo lo 0,01 per cento è davvero utilizzabile, il resto sono ghiacciai, iceberg e falde situate a profondità inaccessibili. Ogni anno con una crescita mondiale di 80 milioni di abitanti, la domanda d'acqua cresce di 63 chilometri cubi, l'equivalente di tutta l'acqua dell'Eufrate.
Dunque, anche quella che può apparire una risorsa copiosa è in realtà un bene fragile e da salvaguardare. Secondo i calcoli degli esperti, la riserva d'acqua è ancora rassicurante: la terra potrebbe filtrare acqua dolce sufficiente a soddisfare i bisogni di 20-25 miliardi di individui, ma è maldistribuita. 30 paesi sono minacciati dalla mancanza d'acqua e un miliardo di persone non hanno accesso all'acqua potabile. Se non si prendono misure urgenti, in meno di 40 anni saranno 2,3 miliardi.
L'acqua è anche mal usata: si spreca nei paesi ricchi, ma si spreca anche nei paesi poveri; questi ultimi usano per l'agricoltura in media il doppio di acqua dei paesi ricchi, ma producono tre volte di meno. Inoltre, là dove è arrivata negli ultimi anni, è stata offerta in abbondanza, a prezzi inferiori al suo valore e senza un'educazione al suo uso. L'irrigazione incontrollata può avviare pericolosi processi di salinizzazione, sodizzazione e alcalizzazione dei suoli che possono portare alla desertificazione di ampie zone coltivabili.
L'acqua inquinata è responsabile dell'80 per cento delle malattie nei paesi del terzo mondo, e della morte di 25 milioni di persone ogni anno.
La risorsa 'acqua' ci unisce in qualsiasi latitudine al di là di ogni differenza di razza, censo, cultura. Ridistribuirla significa non soltanto compiere un atto di giustizia ma porre le basi per la salvaguardia di questa risorsa preziosissima. Insieme all'acqua, però, deve giungere la coscienza di un suo utilizzo sensato e razionale.
Gli ultimi pozzi costruiti dalla Caritas antoniana
Luanshya, Zambia. È stato costruito un pozzo per la casa 'Da Gama', un'istituzione che ospita 178 bambini handicappati dai 5 anni in su. Nei periodi di secca, le popolazioni delle zone limitrofe hanno come unico riferimento questo pozzo. Da quando è arrivata l'acqua è possibile anche irrigare l'orto, che permette di arricchire l'alimentazione dei bambini malnutriti.
Cavite, Filippine. Il centro per giovani con problemi caratteriali 'Pacencia Hidalgo Laurel' adesso ha il suo pozzo. Preso in cura dai padri Amigoniani, il centro ospita i ragazzi in crisi, che hanno un urgente bisogno di distaccarsi temporaneamente da un ambiente familiare difficile. L'accesso all'acqua potabile è stato importante per l'autonomia del centro.
Olancho, Honduras. Nella parrocchia 'Santa Ana' è stato, invece, completato da poco addirittura un piccolo acquedotto e la rete fognaria. Le famiglie che hanno partecipato ai lavori potranno avere nelle loro case questi due indispensabili servizi, con un notevole miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie.
Kitwe, Zambia. Suor Teresa Mwelwa è entusiasta quando ci comunica gli enormi benefici che l ospedale 'St. Mary' ha ottenuto con l'arrivo dell'acqua. 'Qui la gente è così povera che è costretta a lasciarsi morire in caso abbia bisogno di andare in ospedale. Noi siamo gli unici a curarli gratuitamente, ma la mancanza d'acqua rendeva difficilissimo il nostro lavoro. Ora sono diminuiti i casi di dissenteria, possiamo garantire l'igiene personale dei pazienti e avere sempre biancheria e strumenti adeguatamente puliti'.
Bangalore, India del Sud. L'acqua è arrivata anche in una casa per studentesse tenuta dalle suore di San Giovanni Battista. L'istituto ospita 35 ragazze provenienti dalle poverissime zone rurali dell'India, ed è una delle poche strutture che incoraggia l'educazione delle bambine nel paese.
Guntur, India. Il progetto per l'acqua potabile sta migliorando le condizioni di vita delle fasce più povere ed emarginate della popolazione. Ciò significa un netto miglioramento della salute della popolazione e in particolare dei bambini. Ma anche un recupero del ruolo della donna. Prima, donne e bambine perdevano la maggior parte del tempo nella ricerca di acqua potabile; ora, le prime possono dedicarsi ad attività che migliorino il livello economico della famiglia, e le seconde possono dedicarsi allo studio.
Addi Finni, Eritrea. È un villaggio di 1200 abitanti, a 70 chilometri a Sudest di Asmara. Prima, l'acqua era prelevata dal vicino fiume, ma era poco potabile, tanto da scatenare pericolose epidemie. Ora la costruzione del pozzo ha permesso alla popolazione di bere acqua salubre.