«L’amore non muore, la notte finirà»
È il volto pulito dell’Italia che aiuta, vive con fiducia, spera. Uno dei cantanti conosciuti e apprezzati nel mondo, tra i più amati da diverse generazioni. Gianni Morandi, l’uomo dalla straordinaria giovinezza, ha al suo attivo 84 album, 45 raccolte e oltre 50 milioni di dischi. Nato a Monghidoro (Bologna) l’11 dicembre del 1944, sposato con Anna, ha tre figli e cinque nipoti. Una famiglia umile la sua: il padre, Renato, ciabattino; la madre, Clara Eleonora Lorenzi, casalinga. Morandi è una persona concreta, impegnato da tempo sul fronte della solidarietà.
A Padova, poi, è di casa. «Ho amici, ci vengo spesso – spiega –. E ogni volta che sono in città, appena posso, faccio una sosta alla Basilica del Santo». L’ultima, con la moglie Anna, lo scorso 11 dicembre, in occasione del suo 75° compleanno. Di questo luogo lo colpisce il silenzio, il raccoglimento, la devozione dei molti fedeli che si recano alla tomba di Antonio. E la gente che esce rasserenata da quell’incontro.
Una devozione che è anche la sua e che egli ha coltivato negli anni, sin da bambino: «Sentivo spesso mamma Clara invocare il Santo. Gli era molto devota, come i milioni di pellegrini che ogni anno vengono a Padova. Lo pregava spesso per noi, le nostre famiglie, i nostri figli. – confida il cantante –. Lo invocava nei momenti belli, per ringraziarlo, e in quelli difficili. Ho sempre ammirato questa sua grande devozione e penso sia merito suo se il mio legame con il Santo si è mantenuto lungo gli anni. Ancora oggi lui per me è un caro amico a cui confidare le cose intime che serbo in cuore. Lui è un santo universale, che attraversa tutti i continenti. Mi sorprende come sia amato e venerato in ogni parte del mondo, anche da chi professa altre fedi. È il Santo degli ultimi, dei poveri, degli emarginati. Colui che indica la strada: giustizia e carità».
In questi anni Morandi ha collaborato più volte con la città di Padova: come testimone della forte spiritualità del Santo, attraverso la Nazionale Cantanti, con la Fondazione «Città della Speranza» che sostiene la clinica di Oncoematologia pediatrica cittadina. Con la stessa finalità ha partecipato alla «Maratona di sant’Antonio» per la raccogliere fondi a favore dei bambini in difficoltà. Tutte iniziative che, a vario titolo, accostano impegno e solidarietà nel nome di Antonio: «Penso sia quello che lui vuole da noi: che non distogliamo mai lo sguardo dal prossimo bisognoso».
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