Antonio, il mio «persecutore»

Anche se non possiamo vederlo in carne e ossa, sant'Antonio è sempre vicino a noi, attraverso tutte le persone e le cose che ogni giorno ci accompagnano nel cammino della vita.
09 Giugno 2020 | di

Chi è per me o che cosa rappresenta nella mia vita, la figura di sant’Antonio? Non è una domanda banale, potrei dire che per anni sono venuto in visita alla Basilica del Santo senza nome o che da quasi vent’anni scrivo ogni mese per la rubrica Diversa–mente, proprio sul «Messaggero di sant’Antonio», ma in realtà la risposta più veritiera che vi potrei dare è quella che il nostro caro Santo, con il suo bel nome, mi perseguita sin dalla nascita! Certo, non sto scherzando! Forse il verbo perseguitare nella sua eccezione negativa può sembrare un tantino esagerato, ma lui, per me, c’è sempre stato. Al mio fianco, prima attraverso la figura del grande uomo che è stato il mio papà, Antonio Imprudente, maresciallo di polizia, sempre clemente nei confronti dei ragazzi più irrequieti del bolognese negli anni Settanta. Poi con la presenza di mia sorella Antonella che, anche se è venuta alla luce solo per pochi secondi, io ho sempre sentito al mio fianco come una sorella maggiore.

Lui si è fatto prossimo nella mia vita non solo attraverso figure familiari, ma anche con l’aiuto di un educatore, al mare, che portava il suo nome, o con un collega giornalista che molti conoscono e che di cognome fa Malafarina. Persone, ma non solo, anche cose, che mi ricordano la sua presenza, come quando salivo in auto con il mio papà e c’era il santino di Antonio sul cruscotto, oppure adesso, quando trovo la sua calamita sui vari frigoriferi della case dei miei amici, quando mi reco da loro a cena! E come non ricordare anche il rigore sbagliato da Antonio Cabrini nella finale contro la Germania nel 1982? Ma non ci sono solo ricordi del passato, anche di recente il Santo è «passato» nella mia vita, come quando ho girato alcune scene del film Antonio, guerriero di Dio, dove interpretavo un mendicante. Conservo un bellissimo ricordo di quelle giornate sul set, mi sono divertito davvero tanto. Ma a dirla proprio tutta, la cosa più importante che Antonio mi ha donato è stata l’opportunità di conoscere tanti di voi lettori del «Messaggero», grazie ai quali è stato possibile anche scrivere Lettere Imprudenti, il libro che raccoglie le vostre testimonianze su una figura così affascinante e che tanto ci lega.

 

Prova la versione digitale del «Messaggero di sant'Antonio»! 

Data di aggiornamento: 09 Giugno 2020

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