L’evoluzione

Il mensile d'informazione della grande Famiglia Antoniana

In quasi centoventi anni di tradizione il «Messaggero di sant’Antonio» attraversa alti e bassi, dai 50 mila abbonati del 1923 al milione degli anni Sessanta, dalla regolare cadenza mensile a quella zoppicante (sei numeri da otto pagine l’uno nel 1942) durante il Secondo conflitto mondiale.

A ogni ostacolo però la rivista dei frati della Basilica si rafforza e mette radici. Specie a partire dagli anni Sessanta, quando il cosiddetto bollettino assume le sembianze di un vero e proprio mensile d’informazione. Oltre ad ampliare gli spazi dedicati alla corrispondenza coi lettori, il «Messaggero» si nutre di cronaca civile piuttosto che religiosa.

Accoglie i romanzi storici e le biografie di santi a puntate, riporta le vite dei frati nei collegi e stupisce pubblicando racconti di grandi firme (si pensi a Pittigrilli, nome d’arte di Dino Segre, che esordisce sulle pagine della rivista con Il mio più poetico Natale, nel dicembre del 1959).

In questo modo, ieri come oggi, tessendo assieme tante voci diverse e utilizzando un registro accessibile ma mai banale, il «Messaggero» accorcia la distanza tra clero e laicato, riunendo entrambi in una sola grande famiglia. La Famiglia Antoniana.

Data di aggiornamento: 22 Maggio 2016