Nello spirito di sant’Antonio

Padre Giulio Cattozzo parla della Casa di Spiritualità dei Santuari Antoniani di Camposampiero, di cui è direttore.
27 Gennaio 2009 | di
A Camposampiero, dove sant’Antonio ha trascorso l’ultima parte della sua vita e ha sperimentato la più intensa comunione con Dio e con gli uomini, in occasione del Giubileo la Provincia religiosa dei Frati minori conventuali di Padova, fondata da sant’Antonio, ha aperto una Casa di Spiritualità per meglio incarnare il carisma antoniano di evangelizzazione e di formazione cristiana. Abbiamo incontrato il direttore della Casa, padre Giulio Cattozzo (nella foto).
 
Msa. Ci vuole presentare la Casa di Spiritualità?
Padre Giulio. Partiamo dai numeri. Nel 2008 sono passate per la nostra Casa più di 13 mila persone, tutte alla ricerca di percorsi di formazione e di spiritualità, di silenzio e di preghiera. Si tratta di numeri e di richieste impensabili fino a nove anni fa, quando abbiamo aperto. Già in quell’anno, però, avevamo accolto ben 9.300 persone. La cosa che più mi colpisce, al di là delle cifre, è che la domanda di spiritualità è in continuo aumento, tant’è che, da due anni a questa parte, ci siamo visti costretti a dire anche dei no, seppure a malincuore.
 
Sembra che la spiritualità sia un’esperienza elitaria...
È vero piuttosto il contrario. Oggi il bisogno di spiritualità che emerge da ogni parte, anche se in modo indiretto e spesso confuso, chiede alla Casa una risposta sempre più attenta. Da otto anni ormai ogni lunedì sera proponiamo un’ora e mezza di scuola della Parola. Nel 2009, nel centenario della nascita dell’Apostolo delle genti, focalizzeremo l’attenzione sulla figura di Paolo con una serie di conferenze e riflessioni sulla sua vita, sulla sua spiritualità, sulla sua ecclesiologia e sull’esegesi degli scritti. Inoltre, quest’anno è l’anno della Parola, dopo il sinodo dei vescovi dell’ottobre scorso e dopo la pubblicazione della nuova Bibbia di Gerusalemme con la traduzione ufficiale promossa dalla Conferenza episcopale italiana. Sono tutti spunti celebrativi che stimolano la Casa perché l’evangelizzazione divenga attuale e formativa.
 
Che cosa vivono le persone che partecipano alle varie iniziative?
Faccio alcuni esempi. Da sei anni, tre volte l’anno, teniamo altrettanti corsi di esercizi spirituali serali. I partecipanti sono una cinquantina: persone che non possono permettersi una settimana di esercizi classici, perché lavorano e non hanno tempo di pregare durante il giorno. Allora scelgono di fermarsi due ore e mezza, dopo cena, per ascoltare una proposta spirituale, assaporare momenti di silenzio e di preghiera. Queste iniziative coinvolgono un numero crescente di persone. Inoltre, quest’anno, abbiamo previsto due itinerari di scuola di preghiera: uno francescano, l’altro quaresimale. Al primo hanno partecipato trenta persone per otto sabati consecutivi.
 
Quali altre proposte offrite?
 
Come si orientano le persone dinanzi a una così grande varietà di proposte?
Le persone che si rivolgono a noi curano consapevolmente la propria formazione spirituale, scegliendo, a seconda dei propri interessi o bisogni, uno o due percorsi tra le oltre cinquanta proposte annuali.
 
Che cosa piace maggiormente alle persone che scelgono di aderire a una delle vostre proposte di spiritualità?
Le persone apprezzano il silenzio, l’accoglienza, lo scoprire e il ritrovarsi in un’isola di pace. Qui stanno bene. È un momento in cui si nutrono per poi ritornare nella parrocchia di provenienza e riprendere la propria vita, sostenute, però, dall’esperienza che hanno vissuto. Vi sono, ad esempio, tre gruppi di famiglie che si riuniscono ogni venti giorni, di sabato, e formano una rete di sostegno. Questi poi ritornano in parrocchia, al servizio degli altri.
 
In che modo sant’Antonio ispira queste attività?
Nel mio ufficio c’è un quadro che raffigura sant’Antonio che parla dal Noce. I religiosi e le religiose che animano questa Casa sono coscienti della missione ricevuta dalla storia della spiritualità antoniana: continuare ad annunziare il Vangelo a tutti. Dalla Casa nessuno viene escluso, dal cristiano cattolico convinto alla persona in ricerca talvolta dolorosa. Ogni persona viene aiutata individualmente a incamminarsi verso la fede in Gesù Cristo. La Casa di Spiritualità è animata dai frati del Santo e da tre suore francescane Elisabettine come aiuto alla formazione, all’animazione liturgica e all’accoglienza. Rappresenta già una prima formazione il fatto che religiosi e religiose collaborino allo stesso progetto che va dalla semplice accoglienza alla formazione più specifica.
 
Che cosa riserverà il nuovo anno?
Da quest’anno, in aprile, sono previste sei catechesi sulla preghiera, animate dai docenti della Facoltà Teologica del Triveneto, per conoscere i «meccanismi» dell’arte più importante e più difficile: la relazione tra le persone e Dio. L’ultimo incontro sarà dedicato alla preghiera devozionale.
 
Progetti nel cassetto?
Nel pensare alle varie proposte, diamo sempre maggiore rilievo alla dimensione francescana e antoniana. Stiamo lavorando, per esempio, per avviare un biennio di spiritualità francescana, ambito nel quale sant’Antonio occupa un posto particolare. Non era, del resto, il vescovo di san Francesco?
 
E per le famiglie, la Casa che cosa offre?
Tra le iniziative spicca la proposta del Biennio per formatori familiari, cioè per le famiglie che guidano i gruppi familiari parrocchiali. Sono persone che si formano all’ascolto e alla conduzione di un gruppo di famiglie. Lo scopo principale, però, è aiutare le famiglie in difficoltà. Anche sant’Antonio ha lavorato e lavora tutt’oggi per queste. Da parte nostra, gli diamo una mano anche così. 
 
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Festa della Lingua
Il 15 febbraio si ricorda la Festa della traslazione delle reliquie di sant’Antonio. Era il 15 febbraio 1350 quando il cardinale Guy de Boulogne, per sciogliere un voto al Santo (era stato guarito da una malattia) offrì il reliquiario del mento, realizzato da un orefice padovano. Il mento, insieme alla lingua e ad altre reliquie, era stato rinvenuto incorrotto nella prima ricognizione solenne, avvenuta il 7 aprile del 1263.
Quest’anno la Festa della Lingua si tiene domenica 15 febbraio 2009. Questo il programma della giornata: ore 11.00, messa solenne presieduta da monsignor Francesco Gioia, delegato pontificio; ore 17.00, eucaristia celebrata dal Superiore Provinciale, padre Gianni Cappelletto.
Quindi, processione in Basilica con la reliquia del mento.
 
 
INFO.
Per contattare la Casa di Spiritualità e per richiedere il dépliant con le iniziative per il 2009:
tel. 049 9303003, fax 049 9316631, e-mail spirituale@tin.it, sito www.vedoilmiosignore.it
Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017