Novizi all'ombra delle cupole
Il noviziato è un'esperienza che dura un anno, proposta ai giovani che intendono «professare la Regola di san Francesco» e così entrare nella fraternità dei frati minori conventuali. Ce ne parla padre Antonio Bertazzo, maestro dei novizi.
Msa. Padre Antonio, in che cosa consiste il noviziato?
Padre Bertazzo. Si tratta di un anno in cui, mediante la preghiera e l'incontro con la realtà francescana nei suoi aspetti vissuti, un giovane si riconosce parte della fraternità e ne assume lo stile di vita. È un tempo di discernimento, cioè un periodo di ricerca per comprendere «qual è la volontà di Dio per la propria vita» e scegliere di abbracciarla.
I novizi di oggi sono diversi da quelli di ieri?
Il Signore chiama ancora oggi giovani che, nello slancio della propria generosità e disponibilità , possano servirlo nella sua Chiesa. Il modello è san Francesco: era giovane anche lui quando ha scelto di dedicarsi a Dio con tutto se stesso, facendo della sua vita una via di realizzazione e di felicità .
I termini vocazionali non sono cambiati. Bussare alle «porte del convento» significa ancor oggi riconoscere l'intuizione di Francesco: seguire il Signore è fonte di gioia.
Che cosa offre il noviziato?
La formazione offerta durante il noviziato è un percorso di crescita all'interno dell'ideale cristiano e francescano. Si va dalla celebrazione comunitaria della liturgia alla lectio divina , dallo studio della storia del francescanesimo all'introduzione alla regola francescana, dalla presentazione delle nostre opere fino al servizio verso la comunità dei frati e i più poveri. Molto importante, poi, è l'esperienza di vita fraterna, dove si impara a riconoscere, apprezzare e rispettare le diversità e le ricchezze di ciascuno.
Cosa significa « fare i voti»?
Fare i voti è il culmine di questa esperienza. Alla fine del noviziato, attraverso i voti, il giovane accoglie e conferma la sua volontà di seguire Gesù Cristo per tutta la vita. Tutto - affetti, cose, libertà - è donato a Dio, affinché tutto sia nelle sue mani e da Lui venga liberamente usato.
Com'è una giornata di noviziato, in concreto?
È un'esperienza quotidiana di preghiera, lavoro, fraternità . Ci si sveglia alle sei del mattino. Si ascolta la Parola di Dio. Seguono la preghiera delle lodi e la santa Messa. Al mattino, c'è il lavoro manuale e la scuola su temi diversificati. Pomeriggio: silenzio, preghiera personale e comunitaria. Cena, ricreazione comune. Sono previsti anche momenti di gioco e di distensione. Infine, la recita di compieta chiude la nostra giornata.
Qual è il frutto di questo ritmo di vita?
Grazie a uno stile di vita così organizzata, si delinea un percorso di formazione e di interiorità . L'esperienza del noviziato lascia davvero un segno molto importante, che si ricorderà per sempre.
Quanti novizi vi sono quest'anno presso la basilica?
Attualmente i novizi sono otto: sei italiani, un cinese e un francese. Anche il clima di internazionalità che si respira dentro il noviziato e a contatto con i pellegrini che da tutto il mondo vengono a pregare sant'Antonio, aiuta ad aprirsi alla missione. Sant'Antonio stesso ne ha dato l'esempio per primo. Il suo noviziato è nato seguendo l'ideale dei primi martiri francescani missionari. Uno stimolo molto forte per i novizi.
Appuntamenti in basilica. Come Antonio, incarnare la fede nelle opere
Durante i martedì di Quaresima (7-14-21 marzo ), sarà rappresentata la nuova edizione di «Se Antonio tornasse...», dal titolo «La fede senza le opere è morta». Ore 20,45, presso la Sala dello Studio Teologico, Chiostro della Magnolia.
Martedì 28, alle 20,45 , una tavola rotonda raccoglierà i frutti di questi incontri antoniani.
Novità : «Giobbe al Santo». Nei 5 venerdì di Quaresima (3-10-17-24-31 marzo), in basilica, durante la pausa pranzo, dalle 13,15 alle 14,00 , si reciteranno dei brani tratti dal libro di Giobbe, introdotti dal biblista
Gianni Cappelletto e intervallati da brani musicali.
16 marzo : Incontro di preghiera mensile per la pace, «I dieci comandamenti, un sentiero di pace». Durante ogni incontro, aiutati dalle parole di san Francesco e di sant'Antonio, si ascolterà la Parola di Dio e si chiederà al Signore di insegnare a tutti noi gli atteggiamenti concreti per diventare strumenti della sua pace.
Nel mese di marzo rifletteremo sul comandamento «Non rubare». Sala Studio teologico, Chiostro della Magnolia, ore 21,00-22,15 .