Rinascere con l’arte e l’amore

Dal 2002 la Caritas Antoniana aiuta la Caritas nazionale della Georgia, finanziando progetti di assistenza agli anziani e di recupero per bambini soli e vittime di violenza.
28 Luglio 2009 | di

Padre Witold Szulcynski, il prete polacco direttore di Caritas Georgia, ha ancora un nodo alla gola quando parla della guerra dell’agosto del 2008 in Georgia:uccisioni, profughi, distruzioni, una scia di violenza inaudita nel cuore di un popolo già molto ferito. «Pensavo – racconta al telefono – che, dopo tanti anni di missione in questo Paese, nulla più avrebbe potuto sorprendermi. E invece sono sconvolto». Eppure di sofferenza padre Witold ne ha già vista molta, vivendo tra questa gente povera e rassegnata, reduce dal comunismo e delusa dal post comunismo, incapace di trovare il bandolo del proprio futuro. Le statistiche ufficiali dicono che il 34,8 per cento della popolazione vive sotto il livello di povertà, «ma la cifra reale si avvicina al doppio». Ci vogliono almeno 60 euro al mese per sopravvivere, ma le pensioni sono di circa 35 euro mentre i prezzi dei beni al consumo eguagliano quelli europei e la sanità è a pagamento. Una situazione che genera miseria estrema e si traduce in emarginazione, disgregazione familiare e violenza per i più deboli. «Da poco abbiamo accolto nella nostra casa-famiglia Mari e Giorghi, di 6 e 8 anni. La madre, di 32 anni, è morta di ictus e i due piccoli, rimasti con la nonna paralizzata, uno zio in prigione e un altro alcolizzato, chiedevano l’elemosina per sfamare se stessi e la nonna. Ma spesso il magro guadagno veniva speso dallo zio per comprarsi da bere. Ebbene, quando per la prima volta abbiamo offerto una banana alla piccola Mari, lei ne ha mangiato una metà e ha conservato l’altra metà per suo fratello, facendoci commuovere tutti».

La guerra del 2008, provocata dall’insurrezione della regione separatista del Sud Ossezia e aggravata dall’intervento della Russia a fianco dei separatisti, si è abbattuta come una tempesta su tutta questa miseria. «Ogni settimana – spiega padre Witold – si moltiplicano le richieste di aiuto per alimenti, farmaci, vestiario. Sono i profughi senza casa e senza lavoro che languono nei centri di assistenza del governo, ma sono anche le persone che da anni vivono qui e non trovano il modo per risollevarsi».


Per i poveri senza riserve


Ridare speranza, testimoniare l’amore di Dio che dona senza nulla chiedere: questa era l’unica via per incontrare la gente povera. «Nel ’94, quando iniziammo a lavorare – ricorda padre Witold – il Nunzio Apostolico in Georgia mi riportò le parole di Giovanni Paolo II: “In Georgia, devi fare tutto, perché gli ortodossi diventino buoni ortodossi e i cattolici buoni cattolici”. Da allora aiutare i poveri è l’unico nostro criterio. E la gente ormai l’ha capito».

E così, dopo aver studiato i bisogni, Caritas Georgia iniziò a costruire tassello dopo tassello la sua rete di speranza in diverse zone del Paese: dalla distribuzione di cibo alla mensa per i poveri; dall’accoglienza dei bambini soli e vittime di violenza alla loro riabilitazione psicologica, sociale e scolastica; dai corsi professionali all’avvio di imprese, dall’assistenza sanitaria ai centri d’incontro per favorire la socialità e la solidarietà reciproca. Al cuore di questa rete i bambini e gli anziani abbandonati, l’alfa e l’omega di una nazione che ha bisogno di recuperare il suo passato e di scommettere sul proprio futuro. Accanto alla quotidianità, non mancavano mai le emergenze, che si rivelavano ancora più gravi in un Paese con pochi mezzi: il terremoto, l’alluvione, gli inverni rigidi e poi la guerra.


L’aiuto della Caritas Antoniana

Un cammino che Caritas Antoniana ha in parte condiviso, finanziando fin dal 2002 Caritas Georgia in molti progetti, per un totale di 143 mila euro. Gli ultimi due in ordine di tempo riguardano i ragazzi e i bambini: «Li abbiamo realizzati anche se c’era la guerra, perché è importante non fermarsi, dare la sensazione che malgrado tutto si può guardare al futuro». Si tratta di contributi per la creazione di un laboratorio professionale di artigianato e per l’allestimento di laboratori di oreficeria e di ceramica.

«Da tempo – spiega padre Witold – usiamo l’arte e il lavoro come terapia, perché stiamo avendo grandi risultati. Qui in Georgia ci sono antiche tradizioni artigianali, come per esempio la tecnica dello smalto a cellette, la tessitura di tappeti e arazzi, la lavorazione del feltro, che i ragazzi amano istintivamente. Attraverso queste attività, e grazie all’aiuto degli psicologi e degli operatori, giorno dopo giorno, essi ritrovano fiducia e dignità». Molti di loro non hanno mai dormito in un letto proprio, non hanno mai usato posate, non sanno che cos’è un water. «Quando ti avvicini per aiutarli sono molto diffidenti, perché il mondo adulto li ha sempre traditi. Ti chiedono: “Perché mi aiuti? Che cosa vuoi in cambio?”». Difficile guadagnarsi la loro fiducia, difficilissimo sottrarli alla strada. Poi l’amore cambia il cuore e la mente, e la vita ritorna. «Vederli curvi sui banchi, mentre, concentratissimi, creano oggetti di grande bellezza – conclude padre Witold – è la soddisfazione più grande. Grazie di cuore a tutti quelli che ci aiutano attraverso Caritas Antoniana. Antonio, che tanto amava i poveri, è vivo attraverso di voi».


Finanziamenti a Caritas Georgia


2002 Casa bambini di strada / mensa dei poveri, € 80 mila

2004 Acquisto di 247 stufe a carbone, € 36 mila

2007 Laboratorio professionale di artigianato per giovani, € 7 mila

2008 Sostegno laboratori oreficeria e ceramica, € 6 mila. Pavimento falegnameria, € 7 mila

2009 Allestimento di laboratori in un centro giovanile, € 7 mila (appena approvato)


 

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017