Sguardo compassionevole, cuore umile
«Dio ama l’umiltà perché gli permette di interagire con noi. Di più, Dio ama l’umiltà perché è Lui stesso umile. Scende verso di noi, si abbassa; non s’impone, lascia spazio - ha detto papa Francesco venerdì 3 novembre nell'omelia della Santa Messa in suffragio del defunto sommo pontefice Benedetto XVI e dei cardinali e vescovi defunti nel corso dell'anno -. Dio non solo è umile, è umiltà. “Tu sei umiltà, Signore”, così pregava san Francesco di Assisi (cfr Lodi: FF 261). Pensiamo al Padre, il cui nome è tutto un riferimento al Figlio anziché a sé stesso; e al Figlio, il cui nome è tutto relativo al Padre. Dio ama coloro che si decentrano, che non sono il centro di tutto, ama gli umili appunto: costoro gli assomigliano più di tutti. Ecco perché, come dice Gesù, "chi si umilia sarà esaltato" (Lc 14,11). E mi piace ricordare quelle parole iniziali di Papa Benedetto: "umile lavoratore nella vigna del Signore". Sì, il cristiano, soprattutto il Papa, i Cardinali, i Vescovi, sono chiamati a essere umili lavoratori: a servire, non a essere serviti; a pensare, prima che ai propri frutti, a quelli della vigna del Signore. E quanto è bello rinunciare a sé stessi per la Chiesa di Gesù!».
«Fratelli, sorelle, chiediamo a Dio uno sguardo compassionevole e un cuore umile - ha continuato il Pontefice -. Non stanchiamoci di chiederlo, perché è sulla via della compassione e dell’umiltà che il Signore ci dona la sua vita, che vince la morte. E preghiamo per i nostri cari fratelli defunti. Il loro cuore è stato pastorale, compassionevole; e umile, perché il senso della loro vita è stato il Signore. In Lui trovino l’eterna pace. Gioiscano con Maria, che il Signore ha innalzato guardandone l’umiltà (cfr Lc 1,48)».