Solo per una notte
Un’idea semplice. Per una notte venite a dormire fuori con noi, dove «fuori» significa proprio questo: nelle vie e nelle piazze dove vivete, nei luoghi dei vostri abituali tragitti quotidiani, scuola, lavoro, spesa, amici, parrocchia.
Per una notte vi invitiamo a varcare una soglia, passare dall’altra parte, condividere l’esperienza di chi non ha casa e dorme per strada. Appunto, un’idea semplice che è nata diciassette anni fa da un giornale di strada, «Terre di mezzo», coinvolgendo migliaia di persone di tutte le età, compresi alcuni gruppi di ragazzini delle scuole medie con i loro insegnanti, in un centinaio di città italiane.
Il popolo degli invisibili
È un gesto di denuncia, per richiamare l’attenzione di tutti noi sul popolo degli invisibili (sono oltre 60 mila i senza dimora in Italia, uomini e donne che man mano hanno perso tutto, affetti, lavoro, casa e che sulla strada vivono e talvolta muoiono), ma è anche un concreto gesto di condivisione.
Viene organizzata intorno alla metà di ottobre, da Nord a Sud Italia. Anche se è appena finita l’estate, le ore notturne sono già fredde, e l’umidità entra dappertutto. La data non è casuale. Il 17 ottobre è la Giornata mondiale di lotta alla miseria. Detto così, si capisce bene che è non proprio una di quelle date che muovono le folle e riempiono le piazze: i poveri – quelli che ne dovrebbero essere i protagonisti e i beneficiari – probabilmente neanche ne sono al corrente. Eppure è una data che nasce, una volta tanto, dal basso, dai poveri e dall’amore per i poveri.
A Milano appuntamento il 15 ottobre
La «Notte dei senza dimora» è nata a Milano. Qui l’appuntamento è per sabato 15 ottobre. L’organizzazione, coordinata dall’associazione «Insieme nelle Terre di mezzo», coinvolge larga parte delle realtà che si occupano di senza dimora e di marginalità grave. Quattro i momenti che scandiscono la notte milanese: l’accoglienza, l’approfondimento (che spesso coinvolge le istituzioni), la cena insieme e il momento in cui si aprono i sacchi a pelo e si cerca di dormire.
Quattro anche gli obiettivi: la denuncia, l’informazione su chi vive per strada, la condivisione e la proposta (quest’anno si riflette sull’housing first, ossia sulla possibilità di saltare le accoglienze nei dormitori e nei centri di accoglienza lavorando da subito su inserimenti in vere e proprie case).
Biciclettate, visite guidate al dormitorio, danze e musica, flash mob e performance artistiche nei luoghi simbolo della città completano il programma milanese, a cui prendono parte anche 400 giovani scout Cngei (quest’anno hanno fatto del tema dell’accoglienza il filo rosso delle loro riflessioni e impegni). Ma sono diverse le città che, negli anni, hanno fatto propria l’idea della notte dei senza dimora: Roma, Padova, Brescia, Treviso, Trento, Como, Modena, Lamezia Terme, Catania. Ognuna con idee e iniziative diverse. Il coordinamento è garantito da Milano. Info: il sito di Terre di Mezzo.
Il 21 per cento è in strada da più di quattro anni
Sul tema di chi vive in strada, prezioso il lavoro della Fiopsd. In collaborazione con l’Istat è stato elaborato uno studio secondo il quale, negli ultimi cinque anni, aumenta l’età media di chi vive sulla strada, pari a 44 anni. Così come si va allungando la durata della condizione dei senza dimora: il 21 per cento è sulla strada da oltre quattro anni, la metà vive questa condizione da più di due anni.
Noi abbiamo sperimentato che può servire anche una notte per cambiare un po’ il nostro sguardo su questa umanità «senza tetto» che ci vive accanto: negli anni sono venuti a dormire con noi operai, avvocati, preti, studenti, insegnanti, pensionati, impiegati. Ora qualcuno di loro è senatore della Repubblica. Ho in mente almeno un caso in cui un prete ambrosiano, dopo aver dormito con noi, ha aperto in parrocchia con la sua gente un centro di accoglienza notturna per senza dimora. Ma sono frammenti.