Sperare insieme
«Il motto scelto per questo Viaggio, “Sperare insieme”, esprime proprio la potenzialità insita nel camminare con l’altro, nel rispetto reciproco e nella sinergia per il bene comune - ha detto papa Francesco durante l'incontro con le autorità, la società e il corpo diplomatico della Mongolia sabato 2 settembre, in occasione del viaggio apostolico a Ulaanbaatar (31 agosto - 4 settembre) -. La Chiesa cattolica, istituzione antica e diffusa in quasi tutti i Paesi, è testimone di una tradizione spirituale, di una tradizione nobile e feconda, che ha contribuito allo sviluppo di intere nazioni in molti campi del vivere umano, dalla scienza alla letteratura, dall’arte alla politica. Sono certo che anche i cattolici mongoli sono e saranno pronti a dare il proprio apporto alla costruzione di una società prospera e sicura, in dialogo e collaborazione con tutte le componenti che abitano questa grande terra baciata dal cielo».
Il giorno successivo (3 settembre), il Pontefice, durante l'incontro con i vescovi, i sacerdoti, i missionari, i consacrati, le consacrate e fli operatori pastorali, ha parlato di adorazione e di fede: «Di questo c’è bisogno, oggi e sempre: non di persone indaffarate e distratte che portano avanti progetti, col rischio talvolta di apparire amareggiate per una vita certamente non facile, no: il cristiano è colui che è capace di adorare, adorare in silenzio. E poi, da questa adorazione scaturisce l’attività. Ma non dimenticate l’adorazione. Noi abbiamo perso un po’ il senso dell’adorazione in questo secolo pragmatico: non dimenticatevi di adorare e, dall’adorazione, fare le cose. Occorre tornare alla fonte, al volto di Gesù, alla sua presenza da gustare - ha continuato papa Francesco -: è Lui il nostro tesoro (cfr Mt 13,44), la perla preziosa per la quale vale la pena spendere tutto (cfr Mt 13,45-46). I fratelli e le sorelle della Mongolia, che hanno uno spiccato senso del sacro e – come è tipico nel continente asiatico – un’ampia e articolata storia religiosa, attendono da voi questa testimonianza e ne sanno riconoscere la genuinità. È una testimonianza che voi dovete dare, perché il Vangelo non cresce per proselitismo, il Vangelo cresce per testimonianza».