
SuPerStAr per salvare l’arte di strada
La street art, ovvero quell’espressione artistico visiva che trasforma le strade e le piazze delle città in un museo a cielo aperto, fa ormai parte integrante del patrimonio culturale. Nata come arte effimera, di protesta sociale, oggi vede riconosciuti i suoi stili e i suoi artisti, molti dei quali di fama internazionale. A dimostrare ulteriormente questa diffusa valorizzazione dell’arte di strada, ha preso corpo la volontà di preservarla anche per le future generazioni.
Proprio in Italia c’è il primo tentativo «scientifico» in questo senso, grazie a un progetto, finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca nel 2020, e coordinato dall’Università di Pisa. Progetto che ha coinvolto altre quattro università (Torino, Bologna, Milano e Venezia) e il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) con il supporto delle amministrazioni locali. Il risultato è SuPerStAr (Sustainable Preservation Strategies for Street Art), le prime linee guida per proteggere l’arte di strada da degrado, vandalismo e agenti atmosferici, tramite tecniche innovative e sostenibili. Tali tecniche sono state sperimentate su alcuni dei murales più famosi d’Italia: Tuttomondo, una delle opere più iconiche di Keith Haring a Pisa, Necesse – SMOE, realizzato a Milano dopo la pandemia su 1300 metri quadrati o l’opera di Alessandro Caligaris e Mauro 149 (2013) nel primo museo della street art a Torino (in foto).
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