A tavola con Shanty
Shanty ha 25 anni, tanta voglia di vivere e due killer in corpo: la tubercolosi e l’aids. È sola al mondo e vive in una delle zone più povere dell’India, Tindivanam, nel distretto di Villupuram, proprio a metà della grande strada che collega Chennai – la capitale della regione del Tamil Nadu – alla città di Trichy. Qui la popolazione vive di agricoltura, è costituita in maggioranza da contadini: pochi quelli che possiedono un fazzoletto di terra, i più lavorano in semischiavitù al soldo dei latifondisti. Dilaga l’alcolismo e da quando hanno aperto la nuova grande strada per Chennai, promessa di progresso, l’unica cosa che è cresciuta è la prostituzione da povertà e, con questa, l’aids.
Shanty nella sua miseria ha una fortuna: ha trovato sui suoi passi le suore di St. Joseph di Cluny che, oltre all’unico ospedale locale, il St. Joseph, gestiscono a Panchalam, un villaggio a pochi chilometri da Tindivanam, un centro di assistenza e cura per malati di aids, tubercolosi e lebbra, l’unico baluardo di speranza e di lotta all’emarginazione. «Qui non solo ricevo cure e aiuti per migliorare la mia vita – afferma Shanty –, ma le suore mi hanno insegnato a vivere nonostante la malattia e ora vorrei proseguire gli studi». Quello di Shanty è uno dei tanti casi di ordinaria risurrezione in questa landa dimenticata.
Così quando suor Cecily Thomas, la superiora e direttrice dell’ospedale St. Joseph, ha chiesto aiuto a Caritas Antoniana, padre Valentino Maragno, il direttore, non ha avuto alcun dubbio. «Le suore – commenta – sono presenti in questo territorio da oltre cent’anni. Hanno cominciato nel 1898 in una capanna e oggi dirigono l’unico presidio sanitario della zona, con un bacino di circa 68 mila persone. Fanno un servizio davvero grande curando non solo la malattia, ma cercando di restituire dignità e concrete possibilità di vita ai più poveri, con tanti piccoli aiuti materiali». La richiesta era molto semplice e concreta: «La cucina del centro per malati di aids è all’aperto – scrive suor Cecily –. Siamo in balia delle mosche e della pioggia e non sappiamo dove conservare le provviste. Manca anche un refettorio e i malati mangiano col piatto in mano, un po’ dove capita. Il nostro è un ordine povero e non abbiamo la possibilità economica di sobbarcarci grandi investimenti. Ci aiutate a costruire la cucina e il refettorio?».
Le suore con grande sforzo erano riuscite a raccogliere circa 15 mila euro, ma ne occorrevano almeno altri 10 mila per concludere l’opera. La somma, giunta a maggio del 2010, ha permesso di iniziare la costruzione, inaugurata poi il 27 luglio scorso. Puntuale, ad agosto, il resoconto delle spese e la lettera di ringraziamento da parte di suor Cecily: «Cucina e refettorio sono in piena funzione e hanno migliorato notevolmente la vita dei malati e di noi suore. Anche mangiare con dignità restituisce senso alla vita. Un grazie davvero grande da parte di noi tutti».
Il progetto in breve
- Dove: Panchalam, Tindivanam
- Costruzione: cucina, refettorio, dispensa, zona lavaggio per
centro malati di aids
- Tempi: maggio-luglio 2010
- Costo totale: euro 25 mila
- Contributo locale: euro 15 mila
- Contributo Caritas Antoniana: euro 10 mila