Un 5 per mille per chi è più solo
I circa 120 mila euro incassati nel 2010 grazie al 5 per mille assegnatoci dai nostri lettori hanno permesso ai frati di sviluppare alcuni progetti mirati in una delle loro più importanti e antiche istituzioni di solidarietà: il Villaggio sant’Antonio di Noventa Padovana (PD), che si occupa di bambini e ragazzi con difficoltà personali o familiari o con gravi disabilità. «La scelta di privilegiare questa realtà in Italia − spiega padre Valentino Maragno, direttore di Caritas Antoniana − è dovuta al disagio legato alla crisi in famiglie che già sopportano difficoltà sociali ed economiche gravi. La seconda ragione è il crescente numero di minori immigrati non accompagnati di cui il Villaggio si fa carico: una richiesta d’intervento sempre più pressante da parte dei servizi sociali e del territorio. È un po’ come se i ragazzi e i bambini che cerchiamo di aiutare nei Paesi poveri chiedessero ora di fare altrettanto anche a casa nostra».
Uno dei progetti del Villaggio finanziati è il potenziamento della cooperativa sociale Emme Kappa, interna alla struttura, che, attraverso il lavoro e la produzione soprattutto nel settore grafico, cerca di formare professionalmente e inserire in aziende i ragazzi migranti.
Anche quest’anno è possibile destinare il 5 per mille delle imposte del proprio reddito a Caritas Antoniana e alle opere dei frati in Italia e nel mondo. È sufficiente riportare negli appositi spazi dei modelli di dichiarazione dei redditi 2010 (730, Unico, Cud) il codice fiscale di Caritas Antoniana e delle opere di solidarietà dei frati (PPFMC Caritas Sant’Antonio Onlus), che è 00226500288, e apporre la propria firma. La somma utilizzata nel 2010 è quella raccolta dalle dichiarazioni dei redditi del 2008; c’è una somma sospesa del 2009 di circa 114 mila euro che sarà probabilmente incassata nel corso di quest’anno, mentre i conteggi della dichiarazione dei redditi 2010 non sono ancora pervenuti.
«Ringrazio quanti hanno rinnovato con il 5 per mille la scelta di rendere più forte la solidarietà dei frati di sant’Antonio − conclude padre Valentino −. Il progetto finanziato quest’anno è un segno dei tempi, un invito ad affrontare le sfide che ci vengono da un mondo globalizzato che chiede risposte di aiuto concreto e di giustizia. Per questo cerchiamo innanzitutto di aiutare le popolazioni povere nei loro Paesi d’origine, promuovendo sviluppo, ma se l’Africa arriva fino a noi con i volti di questi ragazzini, nostro dovere è accoglierla. Antonio ce lo chiederebbe».