Un mare da proteggere
Il rapporto degli italiani con il mare sta sempre più cambiando. A registrarlo un sondaggio SWG, Fondazione Marevivo, il quale rileva che prima di considerarlo un luogo di villeggiatura (50%) gli italiani ritengono che il mare sia un luogo da tutelare (52%) e un elemento chiave per la vita sulla terra (42%). In secondo piano altri aspetti, un tempo preponderanti, come il considerarlo un luogo pieno di fascino e legato ai ricordi di infanzia e adolescenza. Decisamente al margine gli aspetti economici e di puro divertimento.
Benché le conoscenze tecniche sul mare siano carenti, il 60 per cento delle persone percepisce che si tratti di un ecosistema fortemente a rischio e che vada difeso con la massima urgenza. Le fonti di maggiore preoccupazione sono in ordine decrescente: l’inquinamento da plastica, l’innalzamento delle temperature medie delle acque, l’eccessivo sfruttamento del mare con conseguente riduzione delle risorse ittiche e la diffusione delle specie aliene, ovvero non originarie del Mar Mediterraneo. Di conseguenza le prime contromisure da prendere sono l’eliminazione delle plastiche galleggianti, la riduzione degli imballaggi e l’aumento del riciclo. Ritenuta importante anche la riduzione della pesca intensiva. Meno risalto invece alle iniziative educative nelle scuole e ai progetti di riforestazione dei fondali.
Ciò che più sorprende è la voglia di partecipare attivamente alla salvaguardia del mare: dopo le organizzazioni ambientaliste, gli italiani ritengono che sono loro stessi i soggetti più impegnati a favore del mare, mentre bocciano sostanzialmente tutte le istituzioni politiche e in particolare le aziende, ritenute quest'ultime tra i maggiori responsabili dell’inquinamento del mare.