Una devozione senza confini

Una festa che è occasione per rinsaldare il legame con il Paese d’origine. La festa è quella del Santo. Il Paese è l’Italia. I protagonisti, un nutrito gruppo di emigrati che vive a Payneham, in South Australia. Uniti dalla devozione a sant’Antonio.
30 Luglio 2008 | di


Msa. Don Allan, come si è arrivati alla festa di sant’Antonio in Adelaide?

Don Allan. Fra Frank De Chio, cappellano degli italiani nella parrocchia di Nostra Regina della Pace in Adelaide, ebbe l’intuizione di celebrare questa festa vedendo la grande devozione degli immigrati italiani al Santo. Così, nel 1972, coadiuvato da un energico ed entusiasta comitato di emigrati, nel giro di pochi mesi e con mezzi veramente ridotti, organizzò la prima edizione della festa dedicata al Santo.
Dal 1987, su mio suggerimento, la festa è stata celebrata anche in inglese, per dare la possibilità di partecipare a tutti i devoti del Santo, non solo agli italiani. Padre Luciano Marini è stato il primo frate che è venuto dall’Italia, nel 1990, invitato dall’Associazione Padovani di Adelaide. Un grande evento, che ha inaugurato la tradizione della presenza dei frati di Padova ad Adelaide per la festa di sant’Antonio.

Come organizzate la festa?

La preparazione è molto lunga: dura quasi un intero anno. Tuttavia, il cuore dell’iniziativa sta tutto nella «Settimana di missione antoniana» che precede la domenica della festa. La settimana ruota attorno ad alcuni temi centrali, come la preghiera, la presenza di Maria, la povertà, la carità, l’attualità della figura di sant’Antonio nella vita dei fedeli.
Ogni giorno si celebrano due messe, una al mattino, in inglese, e una alla sera, in italiano. Entrambe sono precedute da un momento di preghiera al Santo e, per chi lo desidera, dal sacramento della riconciliazione.
La partecipazione alla settimana di missione è molto elevata: almeno cinquecento persone al giorno. Nell’ultima giornata, la domenica, sotto la grande tenda delle celebrazioni in questi ultimi anni si sono radunate più di 2 mila persone.

Qual è il significato di questa iniziativa?

È un’intera comunità che si ritrova attorno a sant’Antonio. La devozione diventa occasione per un forte momento di preghiera, di formazione, anche di contatto con l’Italia attraverso l’apprezzatissima presenza dei frati che giungono da Padova. Per un’intera settimana le persone vengono per ascoltare la parola di Antonio attraverso la voce dei frati e per approfondire la propria fede. Vengono anche per conoscere nuovi aspetti della vita del Santo, segno della presenza di Dio in mezzo alla gente. Per i fedeli è un’opportunità per arricchire la propria formazione cristiana. In questo contesto, il «Messaggero di sant’Antonio» rappresenta uno strumento di collegamento ideale, naturale, amato e apprezzato, che permette di crescere in questo cammino di spiritualità contrassegnato dal motto antoniano «Vangelo e Carità».

Quali sono le caratteristiche della devozione antoniana in Australia?

In otto anni, da quando cioè è stato istituito l’ufficio del «Messaggero» in Australia – con lo scopo di facilitare la comunicazione con l’Italia – il numero degli abbonati è triplicato, grazie anche all’ottimo lavoro di Angelo Fantasia, responsabile di tale ufficio. L’attenzione verso il Santo, dunque, è in crescita. Per i devoti, sant’Antonio è innanzitutto colui che ascolta le loro preghiere, che dà risposte concrete a chi lo invoca. Il desiderio di approfondirne la conoscenza arriva in un secondo momento, quando imparano ad apprezzarlo come uomo santo e maestro di spiritualità. Questo cammino li porta poi, quasi inevitabilmente, ad avvertire il desiderio di riconciliarsi con Dio attraverso la confessione, occasione di crescita sempre preziosa.     
 

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017