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Papa Francesco: «cristiani, leggete di più»

È stata diffusa il 4 agosto scorso una «Lettera del Santo Padre Francesco sul ruolo della letteratura nella formazione» .
| Sabina Fadel Caporedattrice

«Spesso nella noia delle vacanze, nel caldo e nella solitudine di alcuni quartieri deserti, trovare un buon libro da leggere diventa un’oasi che ci allontana da altre scelte che non ci fanno bene. Poi non mancano i momenti di stanchezza, di rabbia, di delusione, di fallimento, e quando neanche nella preghiera riusciamo a trovare ancora la quiete dell’anima, un buon libro ci aiuta almeno a passare la tempesta, finché possiamo avere un po’ più di serenità. E forse quella lettura ci apre nuovi spazi interiori che ci aiutano ad evitare una chiusura in quelle poche idee ossessive che ci intrappolano in maniera inesorabile». A scriverlo papa Francesco in una lettera inizialmente pensata per i candidati al sacerdozio ma poi dedicata agli operatori pastorali e a tutti i cristiani e le cristiane, datata 17 luglio e diffusa il 4 agosto, dal titolo: «Lettera del Santo Padre Francesco sul ruolo della letteratura nella formazione».

Nel testo il Pontefice ricorda come un buon romanzo o un libro di poesie possa aprire la mente e allenare alla vita. Perché «la letteratura – continua il Pontefice – ha a che fare, in un modo o nell’altro, con ciò che ciascuno di noi desidera dalla vita, poiché entra in un rapporto intimo con la nostra esistenza concreta, con le sue tensioni essenziali, con i suoi desideri e i suoi significati». «Da un punto di vista pragmatico – scrive ancora il Papa –, molti scienziati sostengono che l’abitudine a leggere produca molti effetti positivi nella vita della persona: la aiuta ad acquisire un vocabolario più ampio e di conseguenza a sviluppare vari aspetti della sua intelligenza. Stimola anche l’immaginazione e la creatività. Allo stesso tempo, questo permette di imparare ad esprimere in modo più ricco le proprie narrazioni. Migliora anche la capacità di concentrazione, riduce i livelli di deterioramento cognitivo, calma lo stress e l’ansia. Meglio ancora: ci prepara a comprendere e quindi ad affrontare le varie situazioni che possono presentarsi nella vita. Nella lettura ci tuffiamo nei personaggi, nelle preoccupazioni, nei drammi, nei pericoli, nelle paure delle persone che hanno superato alla fine le sfide della vita, o forse durante la lettura diamo consigli ai personaggi che in seguito serviranno a noi stessi».

«L’atto della lettura – prosegue Francesco – è come un atto di “discernimento”, grazie al quale il lettore è implicato in prima persona come “soggetto” di lettura e, nello stesso tempo, come “oggetto” di ciò che legge. Leggendo un romanzo o un’opera poetica, in realtà il lettore vive l’esperienza di “venire letto” dalle parole che legge. Così il lettore è simile ad un giocatore sul campo: egli fa il gioco ma nello stesso tempo il gioco si fa attraverso di lui, nel senso che egli è totalmente coinvolto in ciò che agisce. […] Leggendo un testo letterario, siamo messi in condizione di “vedere attraverso gli occhi degli altri”, acquisendo un’ampiezza di prospettiva che allarga la nostra umanità. Si attiva così in noi il potere empatico dell’immaginazione, che è veicolo fondamentale per quella capacità di identificazione con il punto di vista, la condizione, il sentire altrui, senza la quale non si dà solidarietà, condivisione, compassione, misericordia. Leggendo scopriamo che ciò che sentiamo non è soltanto nostro, è universale, e così anche la persona più abbandonata non si sente sola».

Per questo è importante, sottolinea infine papa Francesco, che anche i candidati al sacerdozio nella loro formazione diano spazio alla lettura, elemento che può «educare il cuore e la mente del pastore» a «un esercizio libero e umile della propria razionalità» e al «riconoscimento fecondo del pluralismo dei linguaggi umani», aumentandone la sensibilità e portandolo anche a una «grande apertura spirituale». Perché «compito dei pastori ma anche di tutti i credenti è quello di riuscire a «“toccare” il cuore dell’essere umano contemporaneo affinché si commuova e si apra dinanzi all’annuncio del Signore Gesù», compito nel quale «l’apporto che la letteratura e la poesia possono offrire è di ineguagliabile valore».

 

Data di aggiornamento: 09 Agosto 2024