Adriatico, ponte tra culture
C’è un mare che mette insieme, crea comunione, unisce e non divide. Da secoli l’Adriatico rappresenta un ponte tra diverse civiltà e culture che, lungo le sue sponde, hanno intrecciato rotte, scambi e storia. Ancora oggi, tra Italia e Croazia, sono numerosi i segni e le presenze che testimoniano un dialogo antico, sempre vivo. A partire dalle vie i cui nomi, in molte cittadine specie lungo la costa, sono scritti in versione bilingue sino ai palazzi in pietra e piazzette che richiamano quelli veneziani. La dominazione della Serenissima durò dal 1278 al 1358 e dal 1420 al 1798.
Da Pola e Fiume passando per la capitale Zagabria fino a Zara e Spalato sono attive, numerose e dinamiche, le tante Comunità italiane che fanno capo, a loro volta, alle Unioni italiane. Il sodalizio più a sud di tutti è quello di Spalato che diventa così paradigma del dialogo costante tra Italia e Croazia su più fronti: turistico, economico-commerciale, culturale.
Di recente è stata inaugurata, in centro storico, la nuova sede della Comunità italiana. Qui hanno trovato spazio la nuova biblioteca e il progetto del Museo diffuso per l’Adriatico. Tante le novità in cantiere.
«Per la Comunità, l’apertura della nuova sede rappresenta un traguardo importante – spiega Antonella Tudor Tomaš (nella foto, al taglio del nastro con le autorità), giovane presidente della Comunità italiana di Spalato, circa 300 iscritti –: permette di proseguire nelle iniziative già avviate, ma anche disviluppare nuove attività. Già dopo Pasqua sono iniziati i corsi specializzati di lingua italiana: per dentisti, operatori turistici e per la polizia. Iniziative che prima, con la sede troppo piccola, non riuscivamo a organizzare. Lo stesso vale per la biblioteca: con i suoi 2.500 volumi è oggi la più grande della regione per quanto riguarda la lingua italiana. Abbiamo deciso di intitolarla a Mladen Culic Dalbello, fondatore del sodalizio e presidente onorario. Abbiamo donato molti libri a scuole, gruppi e al Dipartimento di Italianistica della facoltà di Lettere e filosofia, con cui esiste una stretta collaborazione così come con l’Istituto italiano di cultura. Negli spazi della vecchia sede si svilupperà il progetto del Museo Diffuso dell’Adriatico, che realizzeremo col Museo Etnografico di Spalato. Per questa svolta dobbiamo ringraziare l’Università Popolare di Trieste e l’Unione Italiana».
Per tanti italiani, soprattutto d’estate, la Croazia è tra le mete turistiche più gettonate. Secondo i dati dell’Ente nazionale del turismo (HTZ), nel 2016 i flussi turistici maggiori provenivano da Germania, Slovenia, Austria, Polonia, Italia e Repubblica Ceca.
Nella classifica generale i turisti italiani si posizionano al 5° posto per numero di pernottamenti, al 4° per arrivi e al 6° per spesa. A Spalato, anche se dal 2013 il Consolato è chiuso, la Farnesina ha voluto mantenere un riferimento grazie alla presenza della viceconsole onorario, Maja Medic´.
«Croazia e Italia sono da sempre vicine. Gli italiani amano il nostro mare, ma anche l’architettura, le tradizioni. È così anche per i croati. Ogni anno vengono organizzate, con le varie associazioni tra cui la Dante Alighieri, le Settimane della cultura e della lingua italiane e, dal 14 luglio, il grande Festival estivo, protagonista la tanto amata musica italiana, a cominciare dall’opera.
L’italiano che viene in Croazia può rivolgersi all’Ambasciata, al Consolato Generale a Fiume e alla rete consolare (consoli e viceconsoli onorari a Pola, Buie, Spalato, Dubrovnik più corrispondenti consolari a Sebenico e Zara) per disbrighi burocratici e non solo. Cosi da potersi davvero sentire in un Paese vicino e amico».