«È il mio cuore il paese più straziato», non dalla guerra ma dal terremoto, che nell’estate di tre anni fa sconquassò il Centr’Italia. Una pagina tragica che sembra non voler essere girata.
Là dove gli occhi di un cittadino vedono solo castagni tutti uguali, in Garfagnana sanno indicarti piante diverse che fanno maturare le rossole, le carpinesi, le selvane, le pelosore, le nerone, le mazzangaie, le gragnanelle…
È passato un anno dalla prima scossa. La speranza ha il volto di Agnese e Giorgia e di quanti non hanno abbandonato Amatrice, Arquata e i paesi dell’Appennino.
Ultima puntata del viaggio «nel» terremoto. Ancora in montagna, in provincia di Macerata. Per una storia di bella, forte, ostinata, generosa Italia sociale. «Siamo vivi, ci siamo. E allora, ricominciamo».