Gli ultimi anni della sua vita andava vestito di bianco. Una lunga barba gli incorniciava il volto. Parlava di pace, e ancora di morte e di vita. Era per tutti un grande saggio. Aveva girato il mondo e portato alla luce realtà nascoste, vicende di popoli vicini e lontani.
Designer, architetto, blogger, attivista, carcerato e dissidente. Sono le molte facce di un artista cinese tra i più influenti ed eclettici dei nostri tempi. Una mostra a Firenze ne ripercorre, fino al 22 gennaio, trent’anni di carriera.
Era il 29 aprile 1986. La primavera ci stava regalando giornate soleggiate che avevano già dissipato tutti gli umori dell’inverno. Quel giorno eravamo in gita scolastica a Legnaro, alle porte di Padova, in visita al centro ricerche dell’Infn, l’Istituto nazionale di fisica nucleare.