Gli ultimi anni della sua vita andava vestito di bianco. Una lunga barba gli incorniciava il volto. Parlava di pace, e ancora di morte e di vita. Era per tutti un grande saggio. Aveva girato il mondo e portato alla luce realtà nascoste, vicende di popoli vicini e lontani.

Un’esistenza intensa quella di Tiziano Terzani. Fu il primo corrispondente dalla Cina del settimanale tedesco Der Spiegel.  Con il suo lavoro ha testimoniato eventi epocali quali la caduta di Saigon, la tragedia dei profugui indocinesi, l’invasione della Cambogia da parte del Vietnam e molti altri ancora. Le aveva raccontate con passione e coraggio.

Tiziano Terzani è stato un grande reporter del XX secolo, un protagonista di una stagione irripetibile del giornalismo. Un uomo dalla curiosità fenomenale e dal rigore professionale davvero unico.     

Un vero «instancabile cacciatore di storie e di verità» come si sottolinea in questa serie di racconti, aneddoti, testimonianze di amici e colleghi che l’hanno conosciuto, curata dalla moglie Angela. Lo anticipano i titoli stessi: Viaggiare per il mondo alla ricerca della verità, Un reporter del popolo, Il giro del mondo di Tiziano, Il gigante, Con i piedi più che mai piantati nella vita. E ancora: Tiziano: il respiro della vita, Il piacere di ascoltarlo, Monsieur Moustache.

In queste pagine il ricordo di Terzani riaffiora in tutte le sue sfaccettature umane e professionali. Lo pone davanti a noi com’era ieri, e come sarebbe oggi. Il Terzani di sempre, quello che ama la vita, la vive e la cerca. Ne assapora i vari aspetti, anche quelli più cruenti, più difficili.

Un uomo capace di guardare in faccia anche la morte, come ha fatto nell’ultimo periodo della sua esistenza. Quasi a dialogare con essa: «Ormai – diceva – mi incuriosisce di più morire. Mi dispiace solo che non potrò scriverne».