Un manoscritto di memorie nel cassetto di una scrivania. La convinzione che quelle pagine sarebbero sprecate se mai nessuno potrà leggerle. Inizia così il romanzo che Manuela Diliberto dedica «al caruso Angeleddu, d’anni tredici, ucciso dal suo picconiere con otto bastonate». Un’immagine forte che, nel libro, indurrà il protagonista a una scelta altrettanto decisa.