Abbiamo qualche problema con la creazione che ci circonda e nella quale viviamo immersi. Da cui dipendiamo per tanti aspetti, dall’aria che respiriamo al cibo che mangiamo, ma anche per i nostri hobby filosofici, poetici, salutisti o anche solo estetici. E probabilmente in questi ultimi mesi ne siamo diventati persino ancora più consapevoli, nostro malgrado. Ma perché tutto non resti un pio proposito, potremmo andare a rileggerci l’enciclica Laudato si’ di papa Francesco.
Anche il lettore che si occupasse con assiduità della comprensione del Medio Oriente, e della questione palestinese e israeliana, converrà nel riconoscere l’originalità del libro di Meir Margalit. A colpire fin da subito è proprio il curriculum dell’autore: chi critica l’attuale impianto di «gestione» di Gerusalemme è un ebreo israeliano, emigrato nel 1972 dall’Argentina al seguito di un gruppo della destra sionista, combattente nella guerra dello Yom Kippur (1973).
L’americana Diane Kaplan, l’araba Meera Eilabouni e l’israeliana Dana Keren formano il gruppo musicale «Three Women, Three Mother Tongues». Cantano in ebraico, arabo e inglese. Così la musica affratella e unisce cristiani, ebrei e musulmani.