Nei boschi del Pollino, subito dopo Pasqua si sale in montagna con l’immagine di san Francesco di Paola nel taschino della camicia. Memori del suo passaggio che placò la tempesta.
Smessi i colori neri del venerdì, tutti indossano gli abiti sgargianti della tradizione. Le ragazze liberano i capelli, coltivano sogni. La Pasqua è un presente che è già futuro.
Lasciarsi sorprendere dalla primavera lungo la statale 655, la Bradanica, dove le case della riforma agraria erano belle e bianche, e dove resta solo il bianco, in mezzo al verde dei continui saliscendi.
Sì, c’è e ci sarà sempre del bene da salvaguardare, da scovare, da far crescere, da indicare, da coccolare, da preservare, da sognare, da condividere con qualcuno, da costruire piano piano, di cui appassionarsi.
Primavera, tempo di riflessione sull’amore e sul matrimonio. E tempo per esprimere un desiderio: che ogni uomo e ogni donna che si amano si sposino in chiesa! Perché, se è pur vero che Dio non abbandona nessuno, celebrare il sacramento del matrimonio è partire, come dire?, in maniera forte e audace.
