In una foto

a cura di Andrea Semplici

Dedicato a Mario Dondero

La fotografia è un racconto. È una maniera per avvicinarsi alla gente. È una necessità: mostrare la vita. «Più di mille parole», diceva Walter Benjamin, anche se io penso che le parole siano più che necessarie. È attenzione, curiosità, relazione. È contraddizione perché dovrebbe essere lenta e ingenua in questo modo sempre connesso di selfie e velocità. Il fotografo dovrebbe andare a piedi, e come Mario Dondero, non avere patente.

«Ognuno di noi lotterà perché il nostro paese non venga abbandonato, farà di tutto per veder tornare le cose alla normalità, perché andremmo contro noi stessi non perseguendo questo proposito». Parola dei ragazzi del terremoto.

29 Marzo 2017 | di

È la «normalità» il terremoto? Le impalcature, lo svuotamento dei centri storici, la chiusura dei piccoli negozi? L’Aquila è a un’ora di strada da Amatrice. Come è ripartita? Quale prezzo ha pagato?

28 Marzo 2017 | di

Non fatevi ingannare: l’edificio sembra aver resistito alle scosse, ma non è così, andrà demolito. «Ho lavorato tutta la vita per poter avere amici a tavola» dice Alberta, la titolare. Ma ora è ferma. E altri cucinano per lei.

27 Marzo 2017 | di

Sui giornali tutto sembra funzionare, tutto è incoraggiante, ma poi alzo gli occhi e quello che vedo non torna, non corrisponde a ciò che sta accanto a me, a ciò che sfioro, a ciò che ascolto.

25 Marzo 2017 | di

Per capire cosa è oggi il terremoto infinito dell’Italia centrale bisogna passare dei giorni su queste montagne. Intuire cosa è vivere in un container, senza sapere niente di cosa accadrà tra un mese, tra due, tra un anno.

24 Marzo 2017 | di

Una settimana di foto dal Centro Italia, dai paesi del terremoto, dalle storie che si intrecciano al lavoro e alla speranza, a una normalità, possibile, da sbattere in faccia al sisma.

23 Marzo 2017 | di

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