Sri Lanka a Padova, il mistero sacro di Antonio
Grande pic-nic tra le statue e le aiuole di Prato della Valle a Padova. Tovaglie sull’erba, cibi speziati, polli, odore di curry, fritti. Una festa per il Primo di Maggio. Una festa della gente dello Sri Lanka. È fine mattinata: per ore, prima di questo pranzo collettivo, uomini e donne hanno cantato, camminato, pregato nella Basilica di Sant’Antonio. Tamburini rullanti in una breve processione dietro alla statua del Santo. Hanno chinato la testa di fronte alla benedizione. A migliaia, ogni anno, in questo giorno, gli srilankesi d’Italia vengono a Padova, un pellegrinaggio, mille preghiere, una devozione di chi ha lasciato la propria isola per una migrazione di lavoro, per un’altra vita, ma ha nel cuore un amore per il Santo, una venerazione nata nell’isola lontana.
Nel 1500, missionari portoghesi fecero attraversare l’oceano Indiano a sant’Antonio. Nell’isola di Sri Lanka, il Santo trovò casa e accoglienza. Era, ed è, il più venerato in ogni chiesa. I pescatori, prima di mettere in mare la barca, accendono per lui candele. Otto anni fa le reliquie di Antonio raggiunsero l’isola: oltre tre milioni di persone si misero in cammino per poterle solo sfiorare. I cattolici, a Sri Lanka, sono solo un milione e 700 mila, quindi anche una moltitudine di musulmani, di induisti, di buddisti vollero andare a conoscere il Santo. «Antonio ascolta», dice, con passione, Joe Perera, monsignore e coordinatore dei migranti dell’isola in Italia (sono circa 100 mila nel nostro Paese). «Da lui, abbiamo avuto molto aiuto, molte grazie. Intercede per noi davanti a Dio».
È il mistero di Antonio. Una fede universale. Che attraversa terre e religioni. A Padova, il primo maggio arrivano i ragazzi dell’immigrazione, nuovi italiani, con i capelli colorati e i jeans, gli anziani della tradizione, le ragazze in abiti bianchi e le altre vestite a festa. Danzatrici con costumi luccicanti salgono attorno all’altare principale, spargono petali di fiori per la chiesa. Fuori c’è una banda di ragazzi in alta uniforme. Con la gente di Sri Lanka, a Padova, arriva una fede popolare, arrivano i cesti del cibo, la devozione, le chitarre, il whiskey per un brindisi, la preghiera, il ritrovarsi di una comunità, la nostalgia dell’isola lontana e la vita in una nuova terra. Più che il mistero di Antonio, un nuovo grande miracolo nel giorno del Primo di Maggio, festa del Lavoro.