© Elettra Bastoni

Ai Weiwei a Bologna

Fino al 4 maggio le opere dell'artista cinese, da sempre impegnato nella lotta per i diritti umani, sono in mostra a Palazzo Fava.
| Luisa Santinello Redattrice

Da lontano sembra una composizione di triangoli e cerchi concentrici. Solo a un occhio più attento non sfugge che l'installazione Forever Bicycles è realizzata assemblando tante biciclette: un richiamo al progresso della Cina, ma anche al cambiamento sociale urbano in atto nel Paese. A creare questa strana opera che fino al 4 maggio occupa una delle sale di Palazzo Fava a Bologna è stato Ai Weiwei, artista pechinese che, con un passato da designer, architetto, blogger, attivista, carcerato e dissidente, rappresenta oggi una delle personalità artistiche più creative impegnate nella lotta per i diritti umani. Per rendersene conto basta visitare la mostra personale «Ai Weiwei. Who am I?», curata da Arturo Galansino, promossa da Fondazione Carisbo nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae e prodotta da Opera Laboratori.

Ispirata da una conversazione dell'artista con l'intelligenza artificiale, l'esposizione affronta temi più che mai attuali e urgenti come la libertà di espressione e di informazione, i diritti umani e civili, le migrazioni, le crisi geopolitiche, i cambiamenti climatici, invitandoci a riflettere su temi universali come la libertà, la giustizia, la memoria e la resilienza. A fare da sfondo alle opere di Ai Weiwei, in una tensione continua tra tradizione e sperimentazione, conservazione e distruzione, gli affreschi dipinti dai Carracci e dalla loro scuola a fine Cinquecento nelle sale del palazzo bolognese. In bilico tra tradizione cinese e occidentale, la mostra conduce, dunque, il pubblico in un viaggio alla scoperta di oltre cinquanta opere tra installazioni, sculture, video e fotografie.

Ci sono le sculture-aquiloni raffiguranti gli animali fantastici tratti dal bestiario del Classic of Mountains and seas, il più antico testo mitologico e geografico cinese, risalente al III secolo a.C., c'è l’installazione White Stones Axes, costituita da centinaia di asce neolitiche, che invitano il pubblico a riflettere su cosa significhi l’avanzamento della civiltà. Con Left Right Studio Material (un tappeto blu composto da frammenti di opere in porcellana provenienti dalla distruzione, ad opera del regime, dello studio Left/Right di Ai Weiwei a Pechino nel 2018) l'artista denuncia la persecuzione subita in patria. Mentre la carta da parati Odissey, con fregi come vasi attici, rappresenta le tragedie vissute oggi dai migranti e dialoga con i cicli di affreschi a tema mitologico di Palazzo Fava.

«Le mie cosiddette opere d’arte – racconta l’artista – sono tutte frutto dei miei pensieri e delle mie emozioni. Non mi pento di averle create. Riflettono autenticamente i miei veri sentimenti e le circostanze in cui mi trovavo in quei momenti, strettamente legati con le mie esperienze e la mia educazione». Un posto speciale nella mostra è occupato poi dalle opere composte con i mattoncini Lego riprendendo capolavori della pittura rinascimentale, come l’Ultima Cena di Leonardo da Vinci, dove il personaggio di Giuda ha le fattezze dello stesso Ai Weiwei. O come l’Atalanta e Ippomene di Guido Reni e l’Estasi di Santa Cecilia di Raffaello (realizzati espressamente per la mostra a Palazzo Fava).

«Attraverso la sua arte – commenta il curatore Arturo Galansino –, Ai Weiwei ci incoraggia a guardare il mondo tenendo gli occhi aperti e a non accettare passivamente la realtà che viviamo, trasformando l'esperienza artistica in un potente strumento di cambiamento e consapevolezza. L’impegno e la costante ricerca della verità, che l’hanno portato ad essere un attivista e perseguitato politico e a parlare ad una platea molto più ampia del ristretto mondo dell’arte contemporanea, combinati alla sua vasta gamma espressiva messa al servizio di idee coraggiose e provocatorie, fanno di Ai Weiwei uno degli artisti più influenti del nostro tempo. In un momento storico difficile come quello che stiamo vivendo, il suo lavoro e il suo messaggio continuano a sfidare e ispirare il pubblico, ribadendo l'importanza della creatività e del pensiero critico».

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Data di aggiornamento: 30 Gennaio 2025