Giovani frati francescani, martiri del Perù
In missione
Fra Michele Tomaszek (31 anni) e fra Zbigniew Strzalkowski (33 anni), entrambi i giovani francescani, di origine polacca, operavano pastoralmente da tre anni nella nostra prima missione in Perù, a Pariacoto, sulle Ande della Cordillera Negrai. Erano giunti qui nel 1989 non ancora trentenni, a 11mila chilometri di distanza dalla loro Polonia, carichi di entusiasmo e soprattutto di un grande spirito di adattamento. Subito si erano messi all’opera senza lasciarsi scoraggiare dalla mancanza di luce elettrica, dall’assenza di una strada che impediva un contatto con il mondo, da una spaventosa siccità che stava flagellando la cordigliera, neppure da un’epidemia di colera che martoriava la popolazione.
Nelle mani dei terroristi
Ben presto però, la generosa opera di evangelizzazione e promozione umana svolta dai due francescani per la povera gente di Pariacoto viene considerata un pericolo dai terroristi di «Sendero Luminoso», un ostacolo al diffondersi dell’odio e al formarsi di un sentimento rivoluzionario nel cuore dei campesinos. Senza quella rabbia il movimento maoista fatica a reclutare membri per la sua lotta armata.
Così, constatando che le ripetute minacce non incidono sul lavoro pastorale dei francescani, il 9 agosto 1991 i terroristi passano all’azione. Al tramonto, armati e incappucciati, dopo avere prima arrestato anche il sindaco del paese, si recano alla chiesa dove i frati hanno appena concluso la celebrazione della messa. Si presentano dicendo di «volere parlare», ma subito fanno prigionieri i due religiosi legando loro le mani e caricandoli, con il sindaco, sul furgone della missione per dirigersi verso la parte vecchia del villaggio.
Nel tragitto, i terroristi sottopongono i due frati ad un grottesco interrogatorio, accusandoli di «ingannare il popolo» e «infettare la coscienza dei poveri distribuendo alimenti e medicine della Caritas, che è imperialismo». Li ritengono colpevoli di intorpidire «l’impulso rivoluzionario con la predicazione della pace»; interpretano la religione e l’agire dei frati secondo la visione marxista, quale «oppio dei popoli». Saranno ritrovati il giorno successivo, dietro il muro di cinta del cimitero, insieme al sindaco, tutti ferocemente giustiziati; «Così muoiono i lacchè dell’imperialismo», scrivono sul cartello lasciato sui loro corpi insanguinati, come firma di questo assassinio.
Martiri per la fede
La Conferenza episcopale peruviana, condannando l’assassinio così si espresse: «la Chiesa, ancora una volta impegnata nella creazione della civiltà dell’amore nel nostro popolo, rifiuta energicamente questa azione sanguinosa che non apre alcun cammino di salvezza nella situazione critica che affronta il Perù». San Giovanni Paolo II, saputo della triste notizia, parlò dei due frati come: «i nuovi martiri del Perù».
Si avvia così la causa di beatificazione che si svolge nella diocesi di Chimbote-Perù dal 9 agosto 1996 al 25 agosto 2002, unita a quella di don Alessandro Dordi, «fidei donum» della diocesi di Bergamo, un generoso e buon sacerdote ucciso egli pure dai terroristi sedici giorni dopo i nostri frati.
Il decreto che sancisce ufficialmente il loro martirio in odio alla fede cattolica sarà promulgato da papa Francesco il 3 febbraio 2015, mentre la beatificazione si svolge il 5 dicembre 2015 a Chimbote con grandissima partecipazione di fedeli. La loro memoria liturgica, per l’Ordine dei Frati Minori Conventuali, cade il 7 giugno, giorno in cui, nel 1986, padre Michal fu ordinato diacono e padre Zbigniew sacerdote.
Seme che muore
Ma la vera consacrazione a «martiri del Perù» era già stata avviata e anticipata dalle tantissime persone che ben presto avevano iniziato a recarsi a pregare in pellegrinaggio presso le tombe dei due frati e al luogo della loro tragica uccisione, riconoscendo in essi una luminosa testimonianza di fede, il profumo del Vangelo, il seme che solo morendo porta frutto.
Che l’esempio dei beati martiri fra Michele Tomaszek ( 31 anni) e fra Zbigniew Strzalkowski susciti ancora giovani entusiasti ed appassionati del Signore Gesù e del suo messaggio d’amore, di pace e giustizia ai poveri e agli ultimi.
A Lui sempre la nostra Lode.
Fra Alberto (fra.alberto@davide.it)