Papà non dirlo alla mamma
Strizza l’occhio ai papà il nuovo saggio di Ezio Aceti, noto psicologo dell’età evolutiva, ripetutamente interpellato negli anni anche sulle pagine del «Messaggero di sant’Antonio», ad esempio per parlare de L'alba del nuovo padre, o sul tema dell’Alimentazione. Non è colpa dei bambini, o su Educare alla fiducia.
È soprattutto il titolo Papà non dirlo alla mamma a chiedere il coinvolgimento diretto dei padri – quelli postmoderni, quelli alle prese oggi con i figli dai 0 ai 18 anni, quelli veri, non idealizzati –, perché in realtà il testo si rivolge a entrambi i genitori e agli educatori in generale, e li accompagna con stile divulgativo attraverso tre passi, uno per sezione.
L’esordio è l’analisi della liquida contemporaneità, e indugia sul «nuovo modo di essere padre e madre, che ha come conseguenza un “nuovo” bambino», senza blandire però la «novità». Precisa Aceti: «Alcune caratteristiche sono comuni e immutate da sempre, mentre altre si modificano lentamente».
I capitoli centrali descrivono quindi le tappe evolutive dei bambini e ragazzi, dall’«alfabetizzazione genitoriale» fino alla rivoluzione adolescenziale.
Bisogna arrivare alla terza parte per ritrovare il titolo del libro e la sua «chiave». Spiega l’autore, tracciando un bilancio dei primi due passi: «Abbiamo compreso quanto sia necessario, oggi più che mai, che il bambino possa diventare autonomo per affrontare la complessità della vita. Per fare tutto questo è necessario mettere in campo un percorso di “separazione” educativa dalla madre che, occupandosi di lui sin da piccolo, rischia di tenerlo troppo aggrappato a sé».
Da segnalare infine, per quanto riguarda lo stile, la molto riuscita seconda metà di ciascun capitolo, quando l’esperto si fa interpellare da alcune «domande che mi sono state poste negli innumerevoli incontri svolti con i genitori e gli educatori». Una su tutte, più volte rilanciata: «E allora, cosa fare?».