Sant'Antonio e l'altro
Una Basilica gremita di fedeli, devoti, amici del Santo provenienti da tutta Italia ha visto stamattina, 13 giugno, alle ore 10.00, lo svolgersi della S. Messa presieduta da fra Giancarlo Zamengo, per gli abbonati e gli associati del «Messaggero di sant’Antonio».
«Siamo venuti qui oggi, nella Basilica del Santo, per incontrare sant’Antonio, guidati da un desiderio, una speranza, un’attesa, una promessa – ha esordito fra Giancarlo nella sua omelia –. Per dare corpo a quel legame particolare, speciale, che ci lega a sant’Antonio. Ma anche per imparare da lui qualcosa di importante, che possa aiutarci nel nostro cammino quotidiano. Noi frati quest’anno abbiamo scelto come tema guida delle riflessioni legate alla preghiera della Tredicina, “l’incontro con l’altro”. Lo abbiamo fatto per la concomitanza di due anniversari importanti nella vita di Antonio di Padova: l’incontro di san Francesco (di cui Antonio era seguace) con il sultano d’Egitto, avvenuto nel 1219, e l’incontro di Antonio stesso, all’epoca ancora monaco agostiniano, con un gruppo di frati francescani diretti in Marocco, dove avrebbero dato la vita per Cristo. Fu questo incontro che suscitò in Antonio il desiderio di vestire poi l’abito francescano (nel 1220).
Ma chi è l’altro per Antonio? L’altro è il povero, è il carcerato, il sofferente, l’affamato. È il debitore, perché Antonio è colui che si prodiga per venire incontro ai debitori insolventi, anche intervenendo con le autorità di Padova per mitigare il trattamento disonesto cui quelli erano condannati. L’altro è il peccatore, che Antonio invita al sacramento della riconciliazione, porta del paradiso come lui stesso lo definiva. L’altro è anche il ricco, il violento, il potente che usa il suo potere per calpestare i diritti dei più poveri. Ma l’altro è anche l’ecclesiastico corrotto, dinanzi al quale il Santo si prodiga per riportare pace e correggere i costumi. L’altro è l’eretico che Antonio cerca di ricondurre sulla strada della verità nelle sue predicazioni. L’altro per Antonio è anche lo straniero, il pellegrino, perché egli stesso è straniero e pellegrino nella nostra Italia ma lo è anche perché Dio lo ha reso tale continuamente scompaginando i suoi disegni. L’altro, infine, è Dio, che lo porta a far naufragio nelle coste siciliane per fargli iniziare una nuova avventura guidato dalla Provvidenza. E allora chiediamoci oggi: chi è per noi l’altro? Chi è questo altro, diverso da noi da accogliere e amare nella nostra vita? È questa la nostra realtà, con la quale dobbiamo confrontarci ogni giorno, certi di poter contare sull’aiuto del Santo e di quegli strumenti della carità che lui ci ha indicato e che possono aiutaci ad accogliere con fiducia la sfida cui il Signore ci chiama».
Fra Giancarlo ha poi terminato la sua omelia con una preghiera a sant’Antonio, dando così voce alle migliaia di preghiere custodite nel cuore dei presenti:
«Caro sant’Antonio, nostro fratello, amico, compagno nel grande viaggio della vita, a te oggi ci affidiamo, proteggi i nostri cari, i nostri figli, i nostri malati. Aiutaci a camminare nell’amore, nella giustizia e nella verità. Fa’ che nella nostra vita ci sia sempre spazio per l’altro e ci sia tempo e spazio per Dio a cui tu hai consegnato la tua vita e che ti ha reso suo intercessore di grazia».
Al termine della celebrazione eucaristica, fra Zamengo, con tutti i concelebranti, si è recato alla tomba di sant’Antonio dinanzi alla quale ha deposto alcune ceste contenenti le preghiere inviate al «Messaggero di sant’Antonio» da parte di decine di abbonati e associati.
(ha collaborato fra Andrea Vaona)
Clicca qui per ascoltare l'omelia integrale di fra Giancarlo Zamengo