© Mario Boccia

Uganda, classe mista 1993

Sono trascorsi ventisette anni da quando fu scattata questa foto in una scuola di Hoima, in Uganda. Molte cose sono cambiate sui banchi del 2020, in primis la distanza tra gli alunni e la comparsa delle mascherine. Ma altre cose non cambiano mai.
| Mario Boccia collaboratore

Uganda, novembre 1993: scuola primaria «Uganda Martyrs Catholic School» di Hoima. Seduti su ciascuno dei vecchi e pesanti banchi di legno (con la panca incorporata), ci sono tre alunni. C’è un’atmosfera antica in questa immagine di ventisette anni fa. I figli di quei ragazzi potrebbero avere oggi l’età dei loro genitori allora (o essere anche più grandi), ma c’è anche qualcosa di presente, senza tempo.

Un dettaglio colpisce l’attenzione più di altri: il colore della pelle di uno dei ragazzi. È il figlio di due medici volontari italiani che lavoravano in Uganda. Si trovava bene con i suoi compagni e non era l’unico bianco in quella scuola. Alcuni di loro erano nati lì. Sua madre mi disse che la cosa che la preoccupava di più del futuro rientro in Italia era quanto suo figlio avrebbe potuto soffrire il trasferimento. Non solo per gli spazi aperti e il contatto con la natura, ma per gli amici che avrebbe lasciato.

Data di aggiornamento: 20 Settembre 2020