La fraternità è il futuro

È la frontiera urgente dove seminare l’Alleanza con Dio, con patti di solidarietà su sentieri di pace, giustizia e dialogo.
21 Ottobre 2020 | di

Quando penso alla vicenda dolorosa di colei che nel mese di agosto scorso è venuta a mancare, dopo 238 giorni di sciopero della fame in carcere, Ebru Timtik, l’avvocatessa turca che lottava per i diritti umani, arrestata con l’accusa di terrorismo, mi tornano in mente le parole di san Francesco, di cui proprio in questo mese celebriamo la memoria. Nelle sue parole rinveniamo anche il titolo della nuova enciclica di papa Francesco, Fratelli tutti.

Il santo di Assisi, nella sesta ammonizione, esortava infatti alla sequela di Cristo, a quella radicale, incarnata dai santi del passato e dei nostri giorni: «Guardiamo con attenzione, fratelli tutti, il Buon Pastore che per salvare le sue pecore (Cfr. Gv 10,11; Eb 12,2) sostenne la passione della croce. Le pecore del Signore l’hanno seguito nella tribolazione e persecuzione (Cfr. Gv 10,4), nell’ignominia e nella fame (Cfr. Rm 8,35), nell’infermità e nella tentazione e in altre simili cose; e ne hanno ricevuto in cambio dal Signore la vita eterna. Perciò è grande vergogna per noi servi di Dio, che i santi abbiano compiuto queste opere e noi vogliamo ricevere gloria e onore con il semplice raccontarle!».

In tali parole vedo compiuta tutta la storia di questa martire contemporanea, Embru Timtik, reclusa con l’accusa di presunti legami con il Dhkp-C, una realtà di estrema sinistra giudicata sovversiva dalle autorità turche. Era stata condannata a tredici anni e sei mesi di reclusione. La sua morte è passata troppo sottovoce. È la storia di una donna coraggiosa, che non si è piegata all’ingiustizia lottando fino all’ultimo respiro. Davvero un grande esempio per tutti noi.

È mancata, a mio parere, una voce forte di denuncia dell’accaduto. Il suo è stato un vero calvario. Arrestata nel settembre 2018 e condannata nel 2019, aveva solo 42 anni. Rinchiusa nel carcere di Silivri, nei pressi di Istanbul, aveva iniziato uno sciopero della fame nel mese di febbraio per chiedere un processo equo. Una sostenitrice dei diritti, morta senza alcun diritto, nel gelo della sua prigione. Il suo martirio possa far riflettere i cosiddetti potenti del mondo sul valore della fraternità, che papa Francesco definisce «la dimensione essenziale dell’uomo».

Dono e insieme impegno irrinunciabile. La fraternità è la frontiera urgente dove seminare l’Alleanza con Dio. Rendendola sempre più concreta, con patti di solidarietà che trasformino i corridoi umanitari in sentieri di pace e di dialogo. Proprio come ci ricorda l’importante documento Sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, firmato il 4 febbraio 2019 ad Abu Dhabi, insieme al Grande Imam di Al-Azhar.

La nostra missione è, infatti, testimoniare quanto sia attraente la comunione fraterna (cf. EG 99) e che senza fraternità non c’è futuro. È il tema di fondo che affronterà anche la stessa Pontificia accademia mariana internazionale, PAMI, verso la quale papa Francesco ha espresso apprezzamento per l’istituzione di un Dipartimento di analisi e di studio dei fenomeni criminali e mafiosi, «per liberare la figura della Madonna dall’influsso delle organizzazioni malavitose», di cui anche io, e lo dico con gioia, faccio parte come membro, assieme ad altre pregiatissime figure, autentiche «sentinelle» sul territorio nazionale.

E allora l’augurio in questo mese francescano per eccellenza può essere solo questo: che ogni germoglio di bene diventi fiore di giustizia, perché tutti abbiano riconosciuta e difesa la propria dignità. Sia davanti al cielo che davanti al mondo.

 

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Data di aggiornamento: 21 Ottobre 2020
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